La penna degli Altri 14/11/2010 13:41
Marchini e i bianconeri del 70
Come uscirne? La direzione de "La Stampa" scelse la via dellintervista al presidente Marchini, che fu appunto affidata a Furio. Il presidente accettò volentieri di incontrarlo nel suo ufficio allEUr. Era l11 dicembre del 1970 Armato di penna e taccuino , Furio coprì il tragitto chiedendosi ripetutamente che tipo di discorso impostare. Lui era un giornalista de "La Stampa" di cui, insieme con la Juventus, era proprietaria la Fiat. Si ritrovava fra le mani una vera patata bollente. Il presidente del "fair play", come veniva considerato Marchini, sfoderò tutta la diplomazia per ricondurre la vicenda dentro i confini della cordialità. Ma ci riuscì solo in minima parte. «E assurdo pensare che la Juventus abbia corrotto larbitro -esordì con voce pacata il presidente - lepisodio è stato troppo allettante perchè non si scatenasse un esagerata fantasia». Daccordo, ma lei non ha dichiarato che larbitro era tornato a casa sua a bordo di unauto avuta in dono dalla Fiat? Senza esitare troppo, Furio aveva subito mirato al bersaglio grosso. A questo punto, Marchini diventò serio, non gli bastava rispondere con un semplice no. Decise di rivelare i motivi che avevano originato la sua "sparata" raccontando un episodio inedito. «Ho sperato fino allultimo momento - disse con voce dura - che il sig.Francescon mi rivolgesse almeno uno sguardo, magari un sorriso . non dico per scusarsi ma almeno per farmi capire che per lui non era stata una giornata fortunata. Mi sono recato nel suo camerino. Mentre parlavo, Francescon continuava a scrivere sul suo taccuino senza alzare gli occhi. Non ha risposto nemmeno al mio saluto. Sono presidente di una Società importante. Ho una dignità da difendere. In quellattimo ho perduto il controllo dei nervi, è vero lho accusato. Nella confusione totale che si generò nello spogliatoio, qualcuno fra i presenti disse che larbitro se ne se sarebbe tornato in autostrada, a bordo di una 125, avuta in regalo». Lei sa, presidente - fece osservare Furio - che questo tipo di smentita non può soddisfare la Juventus? «A Torino ero andato tranquillo - continuò Marchini con toni sempre più adirati - sapevo che avevamo poche possbilità di tornare imbattuti. Ero in un certo senso preparato alla sconfitta, ma non lho accettata quando a deciderla è stato larbitro Ma voglio pure aggiungere di ritenere assurdo pensare che la Juventus abbia corrotto il direttore di gara».
Furio aveva contibuito in qualche modo a rassenerare i rapporti con la pubblicazione dellintervista apparsa il giorno seguente su "La Stampa" con un titolo a sei colonne: «Ho criticato Francescon, però non ho mai accusato la Juventus». Ma sapeva benisssimo che non poteva bastare. Infatti le acque si placarono solo in superficie. Fu pace armata e tale è rimasta negli anni che seguirono. Per lunghissimo tempo, fra i tifosi romanisti si parlò di quella famosa auto modello125, donata allarbitro di Juventus - Roma, accompagnando lepisodio con le battute più colorite e divertenti del dialetto romanesco.