La penna degli Altri 21/11/2010 11:25
LAs Roma, Aabar e larabo pilota

Era atteso da giorni, mister Khaled Abdulla Al Qubaisi. Deve correre sul tracciato dellautodromo romano la "6 Ore" di Vallelunga con la sua Porsche ufficiale bianca. Ma Roma è il regno dei luoghi comuni e delle voci sussurrate: "gli arabi sono arrivati", "investono due miliardi di euro, ti pare che lAs Roma non è compresa?", "corre, ma poi si vedrà con Unicredit. È sicuro". Eppure, "di sicuro" in tutta questa storia, che più che una spy-story sembra una telenovela, cè davvero poco. "Di sicuro" cè che Khaled Abdulla Al Qubaisi, ieri, ha lottato contro il tempo al volante di una Porsche. Per inciso, se lè cavata egregiamente. Il suo equipaggio - gli altri due piloti sono Maassen ed Edwards - ha chiuso nono nella sua categoria, la GT3. Il camion della Tolmit non passa certo inosservato. Ai lati, campeggia una lunga scritta in corsivo: "Abu Dhabi". Sul mezzo è dipinta una Porsche. Questa sì giallorossa.
Un indizio? Pare di no, a sentire Khaled. «Lei è qui per la gara o per qualcosaltro?», dice squadrandoci. Per qualcosaltro - rispondiamo - per lAs Roma. «Ma io non so nulla», replica appena gli stringiamo la mano ai box. Come «nulla»? Ma lei è il fratello di Khadem Abdulla Al Qubaisi! E il suo fondo vuole lAs Roma! «So che è una squadra di calcio, ma a me il pallone non interessa. Io sono qui per correre. E comunque io non sono la persona che cerca lei».Fratello di colui che, stando alle indiscrezioni degli ultimi tempi, vorrebbe comprare lAs Roma, o neanche parente? Situazione ingarbugliata. Depistaggio dArabia? La team manager della Tolmit, teutonica solo per nazionalità, viene in soccorso del driverarabo. «È un caso di omonima. Il suo cognome è comune nel suo Paese. È come da voi Fernando (beh, insomma..., ndr). Non è il fratello di Khadem. Anzi, non cè proprio nessun legame di parentela», spiega con tono fermo ma gentile. Vero? Falso? Probabilmente, è un copione. Un modo come un altro per liberarsi dellennesimo giornalista. Uno che scoccia pochi minuti prima delle qualifiche. «Non gli mettete pressione, il suo staff chiede riservatezza. Al Qubaisi è qua per divertirsi», si raccomandano infatti più tardi dallufficio stampa del circuito. Una collaboratrice ci confida: «Ad Abu Dhabi, Khaled Abdulla Al Qubaisi si occupa di immobili».
Basta un arabo su una pista a propagare su Roma il profumo dei petroldollari. E non importa se non dimostri il minimo interesse per loggetto del desiderio di milioni di romanisti. Ci sta che mister Khaled neghi tutto, pure di essere parente di uno degli uomini più potenti al mondo. Ci sta, anche se i contorni di questa storiona romanista continuano ad apparire molto poco chiari. Un esempio. A metà della prossima settimana dovrebbe essere pronta questa benedetta short list. Rothschild, e quindi Unicredit, dovrebbe selezionare le tre migliori offerte non vincolanti per lAs Roma. Dovrebbe. Il condizionale è la regola, perché sul procedimento di vendita le fonti finanziarie sono ormai abbottonatissime. Dei tre nomi (se saranno tre...), uno dovrebbe essere Aabar, un altro è quasi certamente limprenditore Giampaolo Angelucci. Il terzo soggetto dovrebbe essere un fantomatico investitore americano, che viene rappresentato in Italia dallo studio legale Tonucci. Entro fine dicembre, Unicredit dovrebbe poi trovarsi ad avere a che fare con un unico interlocutore. Dovrebbe.