La penna degli Altri 05/11/2010 13:41
Indovina quanto vale la Roma
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Così, mentre la squadra si prepara al derby contro una Lazio inaspettatamente prima in classifica, il management romanista affronta un esame ancora più difficile su alcune operazioni salva- bilancio del recente passato. Il primo banco di prova è il marketing. Nel gennaio del 2007, a imitazione di altri club, la Roma ha venduto a se stessa il suo marchio. Loperazione puntava a valorizzare un bene immateriale per consentire una plusvalenza patrimoniale ed è stata autorizzata dalla Consob, dato che la società è quotata. Il marchio è stato ceduto per 125 milioni di euro alla controllata Soccer, una società in accomandita semplice. Soccer è gestita da un accomandatario responsabile della gestione, la Brand management. La Consob ha approvato il trasferimento di ramo dazienda, ma ha avvertito dei rischi delloperazione sottolineando che il marchio finiva dentro una società di cui lAs Roma non ha il controllo. Brand Management, infatti, è posseduta per metà da Maria Cristina Sensi, sorella del presidente giallorosso Rosella nonché azionista di Italpetroli, e per metà dalla Dao consulting di Stefano De Alessi e Edoardo Ottaviani. I due sono, rispettivamente, responsabile commerciale e responsabile marketing della Roma. Ma lavorano anche in proprio. Gestiscono per esempio il brand Federica Pellegrini, campionessa di nuoto che si allena alla Canottieri Aniene del supertifoso romanista Giovanni Malagò.
Insomma, alla domanda ci si può fidare?, lorgano di controllo dei mercati finanziari ha risposto: più o meno sì, ma se va male vi avevamo avvisato. La Soccer, del resto, non va male. Non potrebbe. Dentro la società non cè solo il marchio ma anche tutto quello che è legato allo sfruttamento della Lupa giallorossa. In primo luogo, le magliette. Poi, i due punti vendita di via Appia Nuova e piazza Colonna. Infine, il magazzino in via Portuense. Il giro daffari di Soccer è valutato intorno ai 25 milioni di euro. Quello che inquieta è il capitolo relativo ai costi, pari a 14 milioni. Per un settore con margini colossali, dove una maglietta da cinque euro viene rivenduta a 70, sono spese preoccupanti. E anche difficili da verificare. Soccer è una società semplice che non pubblica bilanci. Brand management, che i bilanci li pubblica, ha ricavi per poche centinaia di migliaia di euro.
Il comparto immobiliare, che Venturini sta studiando assistito dal direttore finanziario della Roma Cristina Mazzoleni, è unaltra materia delicata. Anche qui cè di mezzo unoperazione di finanza straordinaria. Nel dicembre 2005, Roma 2000, cioè la subholding di Italpetroli che aveva i due terzi delle azioni della Roma, ha
concluso un sell and leaseback (vendita e riaffitto) sul centro sportivo di Trigoria per conseguire una plusvalenza stimata in 22 milioni di euro. Lacquirente è stata Banca Italease, al tempo guidata da Roberto Faenza, da poco condannato a sette anni in primo grado per lo scandalo dei prodotti derivati. Anche in questo caso, lobiettivo era di irrobustire il patrimonio, fare cassa e rimandare lappuntamento con il rosso di bilancio. E, anche in questo caso, è stata creata dal gruppo Italpetroli una società ad hoc, lAs Roma Real Estate. La Real Estate doveva semplicemente incassare laffitto dalla Roma e girarlo in parte a Italease sotto forma di canone di leasing. Ma non tutto è andato liscio. Nellultimo consiglio di amministrazione della società, tenuto alla fine di ottobre, alcuni piccoli azionisti hanno fatto emergere le anomalie dellaffare. Per prima cosa, lAs Roma ha pagato in anticipo a Roma Real Estate quattro anni di affitto, pari a 15 milioni di euro, ed ha così azzerato il beneficio di cassa che derivava dalla cessione di Trigoria a Italease. In secondo luogo, le spese per la gestione ordinaria di Trigoria, dallerba dei campi agli spogliatoi, sono state accollate a Roma Real Estate nella misura di 850 mila euro allanno mentre altre spese dello stesso tipo, in media altri 350 mila euro allanno, continuano a gravare sullAs Roma.
Ma cè di più. Fra il 2009 e il 2010, Roma Real Estate ha utilizzato in modo bizzarro i 3,5 milioni di euro ricevuti dallAs Roma per pagare il leasing su Trigoria. La somma, divisa in due tranche, è stata prestata a Italpetroli, la holding dei Sensi che ha già drenato quasi 190 milioni di euro in prestiti dalle controllate. La circostanza presenta unaffinità poco piacevole con il modus operandi della Fiorentina ai tempi di Vittorio Cecchi Gori, quando le casse del club viola finanziavano la controllante Finmavi in crisi. Il giro di vite di Unicredit va oltre le vicende marketing e immobiliare. Uno dei bersagli della supervisione finanziaria di Venturini è la voce stipendi e consulenze, con gli ingaggi milionari percepiti dalle eredi di Franco Sensi e da Marco Staffoli, marito di Rosella. Con il repulisti, il club giallorosso sarà nelle migliori condizioni per essere ceduto.
Nella prima parte di novembre ci sarà una prima scrematura rispetto alle manifestazioni dinteresse arrivate alladvisor Rothschild da mezzo mondo (Emirati arabi, Egitto, Cina, Russia, India) mentre i soli italiani interessati, a questo punto, rimangono gli Angelucci e il fondo Clessidra. Poi la banca sceglierà e si passerà a una trattativa che, possibilmente, si concluda entro lanno. Lallenatore Claudio Ranieri è in scadenza di contratto e la squadra vive molto male lincertezza. Il nervosismo in campo e i risultati lo stanno dimostrando, dopo una stagione agonistica 2009-2010 vissuta al di sopra delle attese. Per i proprietari per caso di Unicredit lo scarso rendimento sportivo è un problema in più, al momento di vendere.
Vendere a quanto poi? Ancora nessuno azzarda cifre. In bilancio, il 67 percento dellAs Roma controllato da Roma 2000 è stimato 95 milioni di euro. Secondo i periti della famiglia Sensi, invece, la squadra vale molto di più. Unicredit dubita di queste stime casalinghe, come certi arbitraggi in sudditanza psicologica. Ma la beffa è che oggi alla banca guidata da Federico Ghizzoni conviene avallare anche le sopravvalutazioni più spericolate. In caso contrario, gran parte dei 300 milioni di euro di debiti di Italpetroli finiranno cancellati da un tratto di penna.