La penna degli Altri 16/11/2010 09:03

Giù le mani dalla Roma!

anche Marotta, da domenica, ha cominciato ad imitarli.

 

Allora com’è? Quando ci lamentiamo noi siamo piagnoni solo Perché romanisti e quando lo fanno gli altri sono degni di essere ascoltati con tutti gli onori? E poi, a ben

vedere, se in questo campionato c’è stata davvero una

partita scandalosa a livello di decisioni arbitrali quella

è stata proprio Brescia-Roma, la gara che doveva portare ad una lunga sospensione dell’arbitro Russo e che, invece, lo "costrinse" a star fuori per appena una ventina di giorni. Ma ve lo ricordate cosa combinò quella sera? Era mercoledì 22-9-2010, il giorno del primo turno infrasettimanale del campionato in corso. Russo di Nola commise una montagna di errori a danno dei giallorossi al punto di spingere tutti alla protesta, società e organi di stampa compresi. Prima non dette due rigori alla Roma per le due trattenute ai danni di Borriello (si era sull’1-0 per i lombardi); poi, indotto dall’assistente Ayroldi, ne dette uno al Brescia che non c’era assolutamente per un intervento pulito di Mexes su Eder lanciato a rete. Il francese, entrando in scivolata, prese prima il pallone e solo dopo le gambe dell’avversario che, ricadendo dopo il salto, gli finì sulle sue. Ma il particolare più importante fu che l’entrata di Mexes avvenne comunque fuori area e non dentro, né sulla linea. Al danno la beffa, perché Russo espulse Mexes per doppia ammonizione. Poco dopo, non contento, non dette un rigore alla Roma per una chiarissima deviazione di braccio di Hetenaj su cross di Cicinho. Nel post partita Ranieri si lamentò moltissimo anche per le tre ammonizioni comminate ai suoi difensori ad inizio gara e per quelle non date ai bresciani per interventi del tutto simili commessi ai danni dei romanisti.

"Due pesi e due misure" disse il mister, che a proposito dell’arbitro chiosò "E’ da ricovero". Se quello è l’episodio più eclatante subito dalla Roma in quest torneo altri non vanno comunque dimenticati, perché sono costati punti pesanti. E parliamo del rigore che non ebbe nello 0-0 casalingo col Cesena della prima giornata per una trattenuta di Schelotto a (l’arbitro era Gava). Oppure di quello che non le venne concesso a da Tagliavento (anche tu) quando si era ancora sullo 0-0 per la trattenuta di Cannavaro a Borriello. Poi gli azzurri vinsero 2-0, ma quel penalty poteva cambiare il corso del match. E che dire del gol buono non concesso a Juan contro il con la Roma in vantaggio per 1-0. L’assistente Angrisani lo fece annullare all’arbitro Peruzzo perché vide Juan oltre il muro rossoblu, ma fu un abbaglio. Il 2-0 avrebbe probabilmente chiuso i giochi, invece finì 2-2. Sempre all’Olimpico, in quel lato del campo, un altro assistente, Ghiandai, fece annullare a Damato il gol di al per un fuorigioco visto solo da lui. Lo stesso , in Roma-Lecce 2-0, fu espulso insieme ad Olivera da per aver subito uno sgambetto a palla lontana dall’avversario ed essersi rialzato leggermente adirato. Quello che abbiamo dovuto sentire da Marotta dopo -Roma ha dell’incredibile. Confutando la realtà dimostrata dalle immagini è riuscito a dire che il fallo di mano di Pepe sulla punizione di non era da punire col rigore perché nel turno precedente l’arbitro Banti non aveva sanzionato in questo modo lo stesso fallo del milanista Boateng contro il Palermo!

Come a dire se ha sbagliato Banti doveva sbagliare anche Rizzoli. Roba da matti, la che si lamenta dell’arbitro che consente alla Roma di pareggiare a casa sua per un rigore che c’è e che viene considerato tale in ogni parte del mondo. Loro che per anni hanno goduto di trattamenti di favore costringendoci a subire porcherie di ogni tipo. Da che pulpito viene la predica. E allora come esimersi dal ricordare quello che gli è stato già fischiato a favore nelle prime dodici giornate di un torneo sul quale, per quello che abbiamo visto, spira un fortissimo vento del nord? A Brescia, tanto per dire, ancora si ricordano il rigoreche Damato non concesse per l’evidente sgambetto di Bonucci a Caracciolo e che avrebbe potuto regalare la vittoria ai lombardi fermati invece sull’1-1. A Udine nessuno ha dimenticato la grottesca decisione

dell’arbitro Bergonzi di non punire col rosso Chiellini, autore di un evidente fallo da ultimo uomo n chiara occasione da rete su Sanchez al limite dell’area. friulani. La partita era ancora sullo 0-0 e la , che poi la vinse 4-0 tra gli osanna, avrebbe avuto ben altre difficoltà nel portarla a termine. E che dire dei due gol di Pepe e Quagliarella viziatida fuorigioco, ma ugualmente concessi da Mazzoleni  e dal suo assistente Padovan nel 3-3 casalingo con la Sampdoria? Quanto alle milanesi, invece, va detto che hanno fatto infuriare soprattutto il Palermo di Zamparini, al quale sta venendo un attacco di bile.

A cominciare fu l’Inter, che in Sicilia vinse 2-1 al termine di una partita nella quale l’arbitro Romeo negò due evidenti rigori ai rosanero: il primo per l’entrata di Chivu su Cassani (il romeno mise le gambe tra quelle dell’avversario, Romeo era coperto e chiese aiuto all’assistente Grilli, che non rilevò gli estremi per il penalty); il secondo, col punteggio già sull’1-2, per l’entrata in scivolata con piede a martello sempre di Chivu su Nocerino. Quanto al Milan abbiamo ancora tutti negli occhi lo scandaloso arbitraggio di Banti nel successo casalingo per 3-1 contro i siciliani nel turno infrasettimanale di mercoledì scorso, tanto che il giorno dopo Zamparini affermò di voler vendere il Palermo "perché è sempre la stessa storia, è uno schifo".

Questi gli episodi: rigori non dati ai rosanero per il fallo di Abate su Pinilla e per il mani di Boateng in barriera sulla punizione di Miccoli; l’azione che porta al rigore per il Milan (che prima ne aveva reclamato giustamente un altro per un fallo di Munoz su Pato) è viziata da un tocchetto di mano di Ambrosini, che poi entra in area palla al piede e se lo procura accentuando la caduta sull’uscita di Sirigu; il terzo gol del Milan segnato da Robinho è viziato da un fuorigioco non rilevato di Ibrahimovic in partenza dell’azione. Lo stesso Milan, nel turno precedente, aveva usufruito di una svista dell’arbitro Bergonzi a Bari, dove per l’uscita di Abbiati su Barreto. Con molta onestà, nel dopo partita, anche Allegri ammise che si trattava di un intervento da punire col penalty.