La penna degli Altri 09/11/2010 09:03

«Era vitale battere la Lazio»

 

In tribuna c’è andata la mamma. Quando le telecamere l’hanno inquadrata la prima volta, dopo il rigore di Borriello, invitava alla prudenza. Quando l’hanno inquadrata la seconda volta, dopo il rigore di Vucinic, invitava alla gioia. Era fatta. Il derby era della Roma. Per la terza volta di fila. «Al primo gol predicavo calma, ma al secondo ho esultato tanto perché avevo capito che la partita era finita». Non era un derby come tutti gli altri, e non solo perché cadeva nel giorno in cui i Sensi erano da 17 anni al comando. Questo Lazio- Roma era particolare, dice Maria Sensi a "Radio Ies", perché «non so come potranno andare le cose, ma potrebbe essere stato l’ultimo derby con mia figlia Rosella presidente». L’ultimo in campionato, probabilmente. Perché a dicembre Roma e Lazio potrebbero incontrarsi nuovamente, anche se in Coppa Italia (ma forza Albinoleffe, hai visto mai...).

 

A "Centro Suono Sport", durante la trasmissione "Te la do io Tokio", racconta: «Lo sapevo che, se avessimo giocato in dodici, con il pubblico, avremmo vinto. Li avevo visti proprio bene in allenamento a Basilea. A noi romanisti mio marito ha insegnato che si resta fino alla fine anche se si perde. Questo era un derby importante. Adesso bisogna essere realisti, non si sa come andranno le cose e, se dovessimo andare via, era doveroso lasciare l’ultimo derby con la vittoria. Era vitale. Dobbiamo dire grazie al mister e ai giocatori. Sono contenta per mia figlia. Anzi, non contenta. Di più. Le ho dato un abbraccio (non allo stadio, ndr) che quasi le rompevo le costole... se lo merita perché è una ragazza che hanno fatto davvero soffrire. Ha fatto tutto quello che voleva il padre». Alla signora non è sfuggita l’esultanza calorosa che la squadra ha riservato ad Adriano dopo il gol del vantaggio: «Per lui sono felicissima, lo hanno festeggiato tutti. Eravamo molti pochi, noi romanisti in tribuna, ma quelli che c’erano volevano stare tutti in campo!».

 

L’ultimo derby in campionato è stato probabilmente uno dei più belli per Maria Sensi. «L’ho vissuto in maniera particolare e ringrazio l’allenatore e i giocatori per avermelo fatto vivere così». Il marito le manca, come manca a tutti i tifosi della Roma. È a lui che la signora rivolge un pensiero, lanciando allo stesso tempo un messaggio sibillino: «Un giorno forse dirò qualcosa, perché una persona come mio marito non doveva entrare nel calcio. Il calcio non lo meritava

».

Con un’eccezione: lo meritavano i romanisti. Donne e uomini

come Maria Sensi. Come noi. Persone che ieri non sentivano la pioggia

picchiettare sull’asfalto. Chi è romanista, ieri, il sole ce l’aveva

dentro