La penna degli Altri 12/11/2010 09:25
Conti: «Ci abbiamo sempre creduto»
«Non posso nascondere che pensiamo allo scudetto - prosegue Conti -, ma è inutile stare qui a parlare. L ́ho detto all ́inizio, abbiamo un grande collettivo, questo fa bene alla squadra perché sappiamo che abbiamo tanti impegni e dobbiamo essere concentrati». Un grande gruppo, ma anche grandi individualità. Contro la Fiorentina, la stella che ha brillato più di tutte è stata quella di Jeremy Menez. "Marazico" stravede per il francese, tanto da non avere timori ad incoronarlo: «Penso che Menez sia più forte di me». Più forte delluomo che quasi da solo ha cambiato le sorti di un mondiale? Possibile? Ma Conti non ha paura che questo possa mettere troppa pressione a Jerry: «Ho avuto sempre un rapporto particolare con lui - spiega -. Allinizio, con le sue difficoltà, e anche quando aveva bisogno di capire la sua importanza. Anche con Vucinic è stato così. E la dimostrazione che, tirando fuori il carattere che serve per il calcio italiano, è diventato un grande campione. Ha grandi colpi, una grande tecnica. Le finte? Fa come facevo io, rischiavo, qualcuno si arrabbiava, ma poi sono le cose che esaltano itifosi. Menez è un giocatore che non può non far parte della nazionale». Il Menez stratosferico di mercoledì è quasi perfetto. Quasi, perché gli manca ancora un po di incisività in zona gol. Ma Bruno Conti non si preoccupa più di tanto di questo aspetto: «Io non ne ho fatti molti di gol, anche se qualcuno è stato molto bello. Jeremy arriva lì spesso, deve trovare la convinzione, riuscirà a fare anche quello».
Un problema, quello di trovare la rete, che Marco Borriello non sa cosa significhi. Ha appena segnato il quinto gol in campionato da romanista, il settimo compresa la Champions. Per lui, Conti ha pronto un altro paragone eccellente: «Fa gol come il bomber Pruzzo, arriva ovunque con grandi colpi. Sono entrambi due grandi giocatori che hanno sempre fatto parlare i gol». Borriello e Menez, ma non solo loro. Ci sono anche le belle sorprese di Simplicio, Cicinho e Greco («Ha passato tante vicissitudini, ma sono contento che sia rimasto con noi per quello che sta facendo e per le sue caratteristiche»). Insomma, è tutta la Roma ad essersi ritrovata: «Siamo contenti di quello che è il nostro andamento. Abbiamo un gruppo di grandi professionisti. Adriano, per esempio, ha avuto il problema alla caviglia, ma ha una grande voglia di rientrare. Sta lavorando alla grandissima, a volte si ferma anche il pomeriggio. Non vediamo lora di recuperarlo. Dallinizio dellanno pensiamo al traguardo più importante». Senza lasciarsi distrarre dalle notizie sullormai prossimo cambio al vertice della società: «La cosa importante è che le vicissitudini societarie i ragazzi le sanno tutte. Certo, non sappiamo cosa può succedere dalloggi al domani, ma per noi parla la continuità di lavoro. Le vittorie a Basilea e nel derby mi hanno fatto particolarmente piacere. Perché, se si reagisce in questo modo, vuol dire che si possono raggiungere grandi traguardi e che si hanno grandi uomini».