La penna degli Altri 07/10/2010 09:54

Volevano la Roma, hanno preso il Liverpool

Sports Ventures, la società cui fa capo la squadra di baseball di Boston, i Red Sox. A rivelarlo è stato ieri Milano Finanza. Stando alla ricostruzione del quotidiano economico, la New England ha preferito investire sui Reds per la possibilità di costruire immediatamente uno stadio di proprietà. A differenza di Roma, dove invece - complici i ritardi dell’iter parlamentare sulla legge sugli stadi - i tempi si prospettavano decisamente più lunghi. Il fascicolo sull’As Roma era comunque presente sul tavolo degli americani, che prima di avviare una trattativa con l’attuale proprietà del club inglese, gli americani Tom Hicks e George Gillett, hanno compiuto anche degli approfonditi studi di marketing. Sembra che la New England Sports Ventures avesse pensato autonomamente all’As Roma. Senza quindi essere stata interpellata da Rothschild, l’advisor che sta continuando a cercare un acquirente per la società presieduta da Rosella Sensi. E non è detto che proprio dal mercato americano, quello di gran lunga preferito sia da Rothschild sia da Unicredit, non possano spuntare nuove opportunità nei prossimi tempi. Giungono conferme, per esempio, sul fatto che era stata Rothschild ad avere contattato nei giorni scorsi il magnate a stelle e strisce John J. Fisher, i cui marchi Gap e Banana Republic sono appena sbarcati in Italia.

 

Ieri a Milano fonti Rothschild sostenevano che l’info memorandum sarebbe stato inviato entro la prossima settimana. Ma c’è chi ritiene che non se ne parlerà prima di fine mese. Il problema non è il contenuto del documento, perché la situazione contabile dell’As Roma è chiarissima. Chi verrà, dovrà ricapitalizzare

per coprire i 21 milioni di buco dell’ultimo bilancio. No, qua il vero ostacolo, dicono fonti autorevoli vicine a Unicredit, è l’assenza di interlocutori disposti a investire su un serio progetto industriale. Ma ci vuole tempo. Angelucci è il nome che ricorre con più insistenza, anche se non è mai stato smentito l’interessamento

di alcuni soggetti (fatta eccezione per il russo Leonid Fedun, che ieri ha dichiarato: «Non voglio la Roma, ho lo Spartak»). Tra loro c’è l’egiziano Naguib Sawiris, che ha da poco concluso un’assai redditizia operazione di fusione con i russi di VimpelCom. Agli azionisti di Weather Investements, controllata al 97% dalla famiglia Sawiris, andranno circa 1.8 miliardi di dollari.