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La penna degli Altri 01/10/2010 09:18

«Tra poco sarò Imperatore»

ma anche il più grosso fisicamente, e la caviglia di Adriano si gira. L’Imperatore ha dovuto interrompere l’allenamento di ieri per un trauma contusivo-distorsivo alla caviglia sinistra. Dopo l’impatto, il brasiliano si è accasciato a terra dolorante, ha provato a tornare in campo, poi ha alzato bandiera bianca per il dolore. Difficile

stabilire la reale entità del’infortunio. Potrebbe non essere nulla di estremamente serio, ma per escludere l’interessamento dei legamenti ci sarà bisogno di una risonanza magnetica. Che non è stata effettuata ieri per via dell’ematoma che si è formato e che avrebbe potuto rendere meno precisi gli esami. Oggi però Adriano dovrebbe andare al Gemelli e allora si saprà quanto dovrà restare fermo.

 

Si spera poco, ma è quasi certa la sua assenza per la trasferta di . Un peccato, proprio ora che aveva fatto l’esordio all’Olimpico con una prestazione in fin dei conti confortante pur in una posizione insolita, defilato sulla fascia destra. Ora è costretto a fermarsi e a rallentare la corsa verso la forma ottimale. Di questo e del suo momento Adriano ha parlato in un’intervista al quotidiano brasiliano "Extra": «Penso che manchi ancora poco per raggiungere il ritmo partita. Anche perché vengo da una contusione. Sono arrivato a Roma che pesavo 104 chili e adesso ne peso 99,9. Ho bisogno di perdere altri due chili per arrivare al peso forma».

Poi sul rifiuto di scendere in campo nel finale contro l’Inter (episodio prontamente chiarito con Ranieri): «Mancavano solo quattro minuti, il mio ingresso in campo non avrebbe cambiato molto. Cosa avrei potuto fare in così poco tempo?». Gli chiedono se si sente insoddisfatto e se avrebbe voglia di tornare in Brasile. E lui

risponde in maniera inequivocabile: «Per l’amor di Dio! Chi sta dicendo questo? Non voglio nemmeno sentire queste cose. Ho tre anni di contratto e mi trovo benissimo. Vuoi che stia pensando a tornare in Brasile? Queste bugie che mettono in giro potrebbero compromettermi davanti agli occhi dei romanisti».

 

Che invece gli vogliono bene e lo stanno facendo sentire a casa. Anche se nella Capitale ancora gli manca qualcosa: «Sto bene e starò ancora meglio quando arriverà Danielle (Carvalho, la ex moglie, oggi sua compagna, ndr). Non è ancora a Roma perchè sta finendo di risolvere problemi legati ai documenti dei nostri figli». L’Imperatore non ha invece voluto parlare delle dichiarazioni rilasciate da sua madre in un’intervista pubblicata ieri dalla Gazzetta dello Sport. Gilmar Rinaldi, l’agente del giocatore, ha precisato che l’intervista rilasciata da mamma Rosilda non è molto recente: «Oggi le cose stanno in maniera totalmente diversa.

Adriano a Roma sta benissimo, sta recuperando la forma fisica e sente l’affetto della gente romanista». Che contro il Cluj lo ha applaudito per ogni singola giocata. Un amore istintivo, immediato. Esternato già nella presentazione del Flaminio. Un amore che servirà ad Adriano per ritornare quello di una volta. Per mettersi definitivamente alle spalle i momenti bui. Quelli dei quali ha parlato la madre. Parole, quelle di Dona Rosilda, che hanno fatto capire quanto sia stato terribile quel periodo per suo figlio: «All’origine della sua depressione c’è sempre stata la morte del padre, che non ha mai superato. Nessuno conosce la natura del male meglio di chi lo soffre, e probabilmente nemmeno io sapevo come aiutarlo». Poi la frase choc: «Una volta, quando era ancora in Italia (all’Inter, ndr), mi chiamò e mi disse che non ce la faceva più, che voleva smetterla col calcio.

Mi confessò che stava pensando al suicidio». Ora il peggio è passato, anche mamma Rosilda ne è convinta: «Oggi ha la forza per affrontare e superare le difficoltà. E’ una persona nuova e con la testa sulle spalle. Mi ha detto che sta bene. Mio figlio ce la farà. Vincerà la sfida. Lui e la Roma risaliranno e soprenderanno». Rispetto a quanto passato, il piccolo infortunio di ieri è dunque un’inezia. Un piccolo intoppo nella risalita. Nessun problema, la Roma e i romanisti lo aspettano.