La penna degli Altri 12/10/2010 09:20

Totti, un gigante dai piedi d’oro


fuoriclasse del calibro di Raul, Puyol, Giggs, Eto’o, Drogba, Beckham, Seedorf, Gerrard e Buffon. Nel giorno in cui è stato incoronato dal principe Alberto II (che lo ha invitato a giocare in futuro nel Principato) non ha dimenticato la sua
Roma. Il suo cuore e la sua testa sono sempre a Trigoria, dove tornerà oggi e probabilmente brinderà con i compagni e l’allenatore: «Non siamo partiti benissimo ma ai tifosi dico di stare tranquilli: la vera Roma, quella che tutti conoscono, tornerà». tuttavia è amareggiato anche in questo bellissimo giorno: «Sinceramente - ammette ai microfoni di Sky - non mi aspettavo tutto questo accanimento nei miei confronti. Vanno bene le critiche al professionista, le accetto senza problemi. Ma quelle all’uomo sono diverse, ci vuole rispetto». Meglio non pensarci, per ora. E assaporare la gioia per un riconoscimento internazionale «e prestigioso» che vedrà il piede di impresso per sempre nella promenadedi Montecarlo, la strada delle stelle di Monaco che da ieri ha impresso un pezzo di Roma. E della Roma. «Il Golden Foot è un premio che mi riempie di gioia perché sono stato votato dai tifosi di ogni nazione -

ha detto il capitano sul suo sito -. I miei predecessori, coloro che lo hanno vinto prima di me, sono stati tutti dei veri fuoriclasse, come anche i grandi campioni con cui ero in nomination. Grazie a tutti quelli che mi hanno votato: il calcio è bello perché è fantasia e creatività... ed è per questo che lo amiamo così tanto».

 

«Sono tanti i campioni che hanno lasciato il calco - ha spiegato a Sky - io sono contento di quello che ho fatto. Questo premio potrebbe anche aiutarmi a fare meglio in questo momento, per me e la squadra». Francesco non si aspettava il premio (assegnato via web dai tifosi di tutto il mondo, che scelgono tra una rosa di dieci candidati preselezionati da una giuria di giornalisti ), ma un po’ ci sperava. Sabato è partito insieme alla moglie Ilary, ma pensava di tornare a Roma ieri mattina. Poi è stato trattenuto dallo staff del Golden Foot e lì ha iniziato a capire. Nel primo pomeriggio gli è arrivata l’ufficialità, con le voci che si sono rincorse anche a Roma: da ai siti che si occupano di Roma, dalle agenzie alle radio, dai bar alle edicole il tam tam è stato immediato. In serata poi la conferma. Con la premiazione, i complimenti dei "rivali", e gli sms arrivati da tutti gli amici. Tra i primi a congratularsi con lui c’è stato Raul, battuto da Francesco sul filo di lana: «Sei un grande», sono state le prime parole dell’ex bandiera del Real. Bandiera come lo è per la Roma: «Sono cresciuto in questa squadra e questa maglia è sempre stata l´unica che ho voluto indossare. E per me questo rappresenta una vittoria, anche perché se avessi voluto cambiare, l’avrei già fatto da tantissimo tempo. Le possibilità ci sono sempre state e tuttora ci sono, perciò vuol dire che qualcosa d´importante l´ho fatto». Poi ha aggiunto: «Mi è dispiaciuto per tante persone che mi hanno attaccato, non dico come professionista, perché

ognuno è libero di pensare e dire quello che vuole, ma umanamente. Mi dispiace perché ho sempre dato tutto per questa maglia e sempre lo farò. Perciò ci vuole rispetto. Il mio umore in questo momento non è granché ma mi risolleverò». è certo che si risolleverà anche la
Roma: «Sicuramente torneremo presto a grandi livelli. Il mio obiettivo, con la squadra, è vincere qualcosa di importante». Magari giocando più di 20-25 partite, come qualcuno (che evidentemente di campioni non se ne intende) ha suggerito: «Ognuno ha la sua idea ed è giusto che la esprima. Io, però, ho già parlato col mister e gli ho detto che se sto bene voglio giocare. Poi, sono sempre a disposizione e se lui ritiene che io debba stare in panchina o di mandarmi in tribuna, lo accetto volentieri. Se Reja fosse stato il mio allenatore, avrebbe agito in questo modo, però io ho il mister Ranieri e deciderà lui». Per quanto riguarda, invece, il suo obiettivo personale, Francesco non ha dubbi: «Superare Baggio (a quota 205 gol in A, ndr)».

 

Tra i progetti, almeno per ora, non c’è la Nazionale: «Penso soltanto alla Roma». Prandelli e Cassano, però, sognano di rivederlo in Azzurro, anche se solo per un’amichevole: «Le loro parole mi hanno fatto un effetto bellissimo, anche perché, sia con Cassano che con mister Prandelli ho sempre avuto un ottimo rapporto, nonostante con Antonio ci sia stato un po’ di malumore per un periodo. Poi abbiamo fatto pace e ognuno è andato per la sua strada, ma mi fa veramente piacere sentirgli dire queste cose. Prandelli è rimasto talmente poco alla Roma che non sono riuscito a conoscerlo bene personalmente, ma da quello che ho sentito in giro, è veramente una grande persona. Lo ringrazio per quello che ha detto e poi vedremo. Se mi chiamerà ne parleremo e poi decideremo». Per adesso, quindi, meglio concentrarsi sul futuro più immediato. Che si chiama e Basilea, campionato e . La Roma, come sempre, riparte dal suo . Che è

sempre stato un talento d’oro, ma da adesso lo sono anche i suoi piedi. Ancora di più.