In negativo: l’arrivo di Borriello, il centravanti-boa che la Roma non aveva più dai tempi di Gabriel Batistuta, ha tolto Francesco Totti da quel ruolo di prima punta, seppur atipica, che Luciano Spalletti gli aveva cucito addosso come un vestito di alta sartoria. E Totti, riportato un po’ più indietro, con maggiore spazio di campo da coprire, non ha ancora segnato un solo gol in questa stagione. Un digiuno che dura nove partite, tra Supercoppa italiana, campionato e Champions League. Contando anche l’ultima gara del campionato scorso, a Verona contro il Chievo, l’astinenza del capitano sale a quota dieci. I gol, in compenso, li fa Borriello: 4 in 8 gare con la maglia giallorossa (3 in campionato e uno in Champions League).



In positivo: in Roma-Genoa, Totti e Borriello sono stati i migliori in campo, mostrando la crescita della loro intesa e una buona divisione del fronte di attacco. In fase di possesso palla, Totti si è allargato spesso a destra, lasciando Borriello come terminale e aprendo spazi per gli inserimenti dei centrocampisti; in fase di non possesso Borriello è arretrato più di Totti, permettendo al capitano di non sprecare energie preziose. Questione di condizione atletica, certo, sia del tridente che del resto della squadra che dovrebbe supportarlo. Più crescerà la condizione fisica della Roma — che durante la sosta ha lavorato a fondo— e più la coppia Totti-Borriello sarà un pericolo per le difese avversarie.



Il prossimo passo? Riuscire a trasformare il 4-4-2 in proiezione più offensiva, inserendo anche Mirko Vucinic. La posizione ideale sarebbe quella di esterno sinistro di centrocampo, alla «Delvecchio». Non è certo il ruolo preferito del montenegrino, che nella sua nazionale gioca da attaccante puro, ma il sacrificio vale sicuramente la pena.



La Roma ha bisogno di aumentare la sua pericolosità e il suo tasso tecnico. Dopo un inizio di campionato che, almeno sulla carta, non sembrava impossibile, i prossimi mesi porteranno molti scontri diretti: ci sono Lazio, Juve, Palermo e Milan prima della sosta natalizia.

Se l’Uruguay di Oscar Washington Tabarez — una delle nazioni più difensive della storia del calcio e un allenatore quanto meno «accorto» — è riuscito a far giocare insieme Cavani, Suarez e Forlan nell’ultimo Mondiale, allora perché la Roma non dovrebbe schierare Totti, Borriello e Vucinic?