La penna degli Altri 07/10/2010 09:37
«Rispetto per il numero 10»

anni, ancor più se si è stati determinanti allinterno di una squadra, come può esserlo un numero dieci, si diventi un po egoista. Lo capisco, la sua storia è simile alla mia con la Fiorentina. Si vorrebbe scendere in campo sempre, anche se a volte ci si rende conto che non si può più giocarle tutte, le partite che si presentano nellarco di una stagione. Succede che capisci che non puoi più dare il contributo che davi prima, anche se vorresti tanto poterlo dare ancora. Io lasciai la Fiorentina a trentatré anni, dopo quindici passati in maglia viola, anche per questo motivo. Non riuscivo più a dare il mio 100% e allora preferii andare in Svizzera, dove ho giocato ancora due anni con il Losanna. Ma, torno a dire, ognuno deve essere libero di scegliere come gestire la propria carriera e, eventualmente, come trovare la chiave per allungarla».
Sul fatto che Francesco Totti non possa però costituire oggi un problema per la Roma, Antognoni ha le idee altrettanto chiare. «In questo momento può non essere al massimo della condizione ma penso che gli vada la possibilità di tornare ad esprimersi come ha sempre fatto. Lui è uno che ha dato tantissimo a questa squadra e a questa società e va rispettato per questo. Tra laltro, mi sembra che gli debba essere riconosciuto che, ancora oggi, quando tocca palla, sa rendersi pericoloso contro qualsiasi avversario. Anche quando dà limpressione di soffrire di più la marcatura o di essere meno incisivo di quanto fosse in passato. Insomma, parliamo di un giocatore straordinario. E allora, sempre meglio averlo in campo, anche non al massimo della forma, piuttosto che fuori». Fa fatica, Antognoni (che lunedì 11 ottobre, a Montecarlo, riceverà il premio Golden Foot alla carriera, ovvero quello All time legends) a capire cosa stia accadendo allinterno della squadra giallorossa. «Mi sembra che il campionato sia un po anomalo, con alcune squadre, come la stessa Roma, ma ci metterei anche la mia Fiorentina, o lUdinese, che dopo sei giornate si ritrovano nelle ultime posizioni mentre in testa alla classifica ve ne sono di insospettabili, almeno alla vigilia. Panchine a rischio? Non penso, anche se è vero che quando non arrivano i risultati, è lallenatore il primo ad essere messo in discussione. Ma Ranieri è un tecnico esperto e saprà come venirne fuori, mentre a Mihajlovic va solo lasciato il tempo di lavorare. Oltretutto, credo che ci sia tutto il tempo, per quelle squadre che oggi sembrano non girare al meglio,
di recuperare e riposizionarsi. A cominciare dalla Roma, che per la rosa di cui dispone mi stupisce si ritrovi dove sta»