La penna degli Altri 18/10/2010 09:26

Ranieri, i tre punti per regalo

 

L’ha detto alla squadra, prima in gruppo, poi spiegandolo singolarmente ad alcuni, come fa sempre. In queste due settimane ha parlato spesso con i giocatori, ha spiegato i movimenti che vuole, si è soffermato sugli atteggiamenti giusti da tenere. In campo e fuori. E ha avuto da tutti le risposte che si attendeva. Ha usato il

bastone e la carota, si è mostrato duro quando serviva ma, al tempo stesso, si è anche aperto a consigli e suggerimenti. E ha ribadito a tutti, sia in pubblico che in privato: «Non sono né nervoso né stressato. Lo sono quando non lavoro, non adesso, che sono qui e mi emoziono». Già, le emozioni. Spesso il mister, con

quell’aplomb così impeccabile, sembra impassibile in qualsiasi situazione. Una volta però, tanto tempo fa, un ragazzino disse: «Ranieri? C’è chi dice che se cade il mondo lui si sposta. Vero, per chi non lo conosce bene. Chi ha la fortuna di vederlo tutti i giorni, invece, sa che è un vulcano». Quel ragazzino si chiamava John

Terry e se oggi è uno dei difensori più forti al mondo lo deve proprio a Ranieri, il vulcano di ghiaccio, che, in una conferenza stampa, quando tutti davano la Roma per spacciata disse: «Non ascolto le chiacchiere, io voglio solo arrivare lassù». Era, esattamente, il 18 ottobre di un anno fa, come è finita lo sanno tutti.