La penna degli Altri 22/10/2010 12:17

Ranieri e il Parma: dal penultimo posto a una salvezza da record

Ghirardi aveva conosciuto il calcio a Carpenedolo, in C2, ed era arrivato a Parma da un mese e mezzo seguendo i consigli del suo amico Cesare Prandelli: aveva rilevato il club dal l’amministratore straordinario Enrico Bondi, chiamato a gestire la fase successiva al crollo finanziario di Calisto Tanzi.

IL RILANCIO - Ranieri era fermo due anni, dal divorzio con il Valencia, e aspettava un’opportunità per tornare in pista: non allenava in Italia da dieci anni, dal 1996-97, quando si era piazzato nono con la . Poi, dopo aver salutato Cecchi Gori, otto stagioni all’estero: subito a Valencia per due anni, poi un campionato al timone dell’Atletico Madrid e quattro a Londra con il Chelsea, in attesa di abbracciare di nuovo il Valencia nel 2004-05.

In Spagna e in Inghilterra aveva raccolto elogi e consensi. Con il Valencia era riuscito a conquistare una Coppa del Re (3-0 in finale contro l’Atletico Madrid nel 1999) e una Supercoppa europea (2-1 sul Porto nel 2004), mentre con il Chelsea aveva centrato una storica qualifica zione alla semifinale di . Ma Ranieri accarezzava da tempo l’idea di rientrare nel circuito italiano. Prima di ricevere la telefonata di Ghirardi, aveva lavorato in televisione come opinionista, era andato a studiare gli allenamenti di qualche collega, si era aggiornato e documentato.

LA RIMONTA - A Parma, accettando una sfida rischiosa con una squadra sul baratro, Ranieri si è rilanciato in grande stile, firmando un autentico capolavoro. Ventisette punti in quindici partite per rovesciare un destino che sembrava marchiato a fuoco. Dal l’esordio del 18 febbraio del 2007, 0-1 in casa con la Sampdoria, al 3-1 dell’ultima giornata al Tardini contro l’Empoli ( 27 maggio), quando Ranieri aveva festeggiato la salvezza con le reti di Muslimovic, Budan e Gasbarroni. Numeri da applausi: sette vittorie, sei pareggi e tre sconfitte (contro la Sampdoria, l’Inter e il Chievo).