La penna degli Altri 21/10/2010 03:25

Rabbia giallorossa


E’ evidente che così non si può andare avanti: ritiro o non ritiro, silenzio stampa o no, loro e soltanto loro hanno il dovere di dimostrare con i fatti che la Roma della scorsa stagione non è uno sbiadito ricordo del passato, quale adesso appare. I dirigenti pongano fine a inutili e dannose guerre civili; il Mister trasmetta le sue idee con chiarezza e con fermezza; i giocatori ritrovino lo spirito guerriero che ce li ha fatti amare. Anche Unicredit, che ha in mano il pallino societario, al di là del necessario riserbo sulla vendita, trovi il modo di comunicare che il futuro della Roma le sta a cuore quanto a noi, intanto aiutando l’attuale proprietà a riaffermare la propria autorevolezza in questa difficile fase di transizione. Martedì, contro il Basilea, a parte , Borriello, Taddei e Pizzarro, in campo si aggiravano i fantasmi dei giocatori che sono stati l’anno scorso protagonisti di una delle più straordinarie rimonte della storia del calcio. E questo non è accettabile. Essi hanno il dovere - morale, oserei dire - di onorare la maglia che indossano. Chi non se la sente, chi non è in grado di reggere l’asprezza del combattimento necessario per risalire la china, non è degno di questa maglia. Si faccia da parte, o sia messo fuori.



I tifosi non accettano scuse, giustificazioni, alibi: esigiamo una squadra di gladiatori, non di queruli e molli cocchi di mamma. Ancora una volta, le parole del indicano la via giusta: uscire tutti insieme da questo incubo a occhi aperti. Trovate dentro di voi la forza d’animo degli uomini che siete, mettete in campo le vostre straordinarie qualità. La nostra rabbia ve la scagliamo addosso come un immenso atto d’amore, affinché

ne facciate la vostra forza.