La penna degli Altri 13/10/2010 10:07

Parola di Pruzzo «Tranquilla Roma Borriello è super»

 
C’era lui, sul trono del gol, prima di . La memoria nel calcio è debole, ma questo signore con i baffi segnò tre gol tra semifinali e finale della Coppa dei Campioni 1983-84: fosse accaduto di questi tempi, si sarebbe scatenata un’asta mondiale per strapparlo alla Roma.

È passato alla storia come uno di poche parole, persino burbero: l’età lo ha reso narratore — quando si apre ai ricordi e ti parla di montagna e ciclismo, le sue passioni, capisci che di lui sai poco e si sa, in generale, pochissimo —, incline alla battuta e accurato commentatore calcistico. Un mistero perché le grandi televisioni, dove non è difficile incontrare ex calciatori professori dell’ovvio, non gli abbiano offerto una chanche. La partita Roma- è la partita di Roberto Pruzzo. Bruno Conti, Nela, Aldair, Pruzzo: c’è sempre stato un bel traffico di giocatori tra Roma e . «Roma e Genova sono due à passionali nel calcio: se ti trovi bene a Roma, funziona anche a Genova e viceversa. Genova è una à che rivitalizza. È piccola, ma l’ambiente è passionale. Roma ti fa esplodere il cuore. Non può essere mai indifferente. Lascia il segno. Io a Genova stavo da Dio e coltivavo sogni importanti. Mi trattarono prima la , poi il Milan, ma i trasferimenti saltarono per problemi di soldi e giocatori. A quel punto, si fece sotto Moggi, all’epoca direttore sportivo della Roma, e mi ritrovai con la maglia giallorossa addosso. Non volevo venire. La Roma, allora, era una Rometta. Ambivo ad altro. A quei tempi, però, i giocatori avevano poca voce in capitolo. Le società concludevano l’affare e ti avvertivano solo dopo le firme. Sbarcai a Roma e bastò un giorno per capire che Roma sarebbe stata la mia à. Il problema era la squadra. Eravamo deboli, rischiammo la B, i primi sei mesi furono un inferno. Poi arrivarono Viola e Liedholm, una coppia straordinaria, e la storia della Roma cambiò».

Oggi basta un gol in per diventare famosi: Pruzzo segnò la doppietta al Dundee, si procurò il rigore che Di Bartolomei trasformò fissando il 3-0 decisivo e firmò l’1-1 in finale illudendo la Roma fino ai rigori. «
Il nostro problema è che giocammo solo una Coppa dei Campioni perché all’epoca partecipava solo chi vinceva il campionato. Altrimenti, ci sarebbe stato da divertirsi». Sabato ennesimo incrocio: nBorriello ex genoano nella Roma e Toni ex romanista nel . «Borriello è diventato un calciatore importante a Genova. Era un ragazzo. Toni ha trovato nel la squadra migliore per chiudere la carriera». Che cosa le piace di Borriello? «È un combattente. Non ha paura. Non si arrende mai. E poi ha una buona tecnica». Toni? «Toni è uno che è arrivato in alto segnando in tutte le categorie. È andato in Germania e ha continuato a fare gol nel Bayern. Ha vinto il titolo mondiale. È partito dal basso ed è arrivato in cima al mondo». È vero che e Borriello rischiano di pestarsi i piedi? «Stupidaggini. Io ho giocato con Graziani e Voeller e mi sono trovato benissimo. I calciatori di qualità non si sovrappongono mai». Qualcuno dice: è il problema della Roma. «Altra balla colossale. Ho visto -Roma e almeno otto giocatori hanno giocato peggio di Francesco. Il problema della Roma è che troppi calciatori sono lontani da una forma accettabile. Non è il problema della Roma». Nel cuore più o più Roma? «Amo Roma, ma Roberto Pruzzo è nato nel ».