La penna degli Altri 21/10/2010 10:32
«Non siamo lavativi»
Il verdetto del Tardini sarà, dunque, determinante per la squadra e, anche se nessuno lo dice apertamente, per Ranieri. Se i giallorossi non faranno risultato, andranno direttamente in ritiro a Trigoria e a oltranza; al tempo stesso lallenatore potrebbe improvvisamente rischiare il posto. Chiariamo: la Sensi non pensa allesonero, nemmeno dopo la sesta sconfitta in undici gare. Ma la fiducia, a questo punto, non può essere concessa a tempo indeterminato e la settimana prossima, libera da impegni, potrebbe favorire lavvicendamento. Tantè vero che ieri, per la prima volta, cè stato un contatto indiretto, utile a indicare un possibile successore: Una persona vicina alla famiglia ha chiamato un manager per avere informazioni su Leonardo e per sapere se il brasiliano sarebbe disponibile a venire a Trigoria. Insomma, una telefonata esplorativa che non cambia la situazione attuale: Ranieri, per ora, non è in bilico. Le risposte ricevute su Leonardo, tra laltro, non sono entusiasmanti: lex tecnico rossonero sa cementare il gruppo, ma a Milanello lavorò con uno staff che conosceva da anni e con un vice come Tassotti che vale un allenatore in prima, per esperienza e conoscenze. Meglio, quindi, tentare ancora con lattuale guida. La sostituzione in panchina, in una stagione che ha preso questa piega, potrebbe diventare letale.
La cronaca della mattinata di ieri è tutta nel dibattito che ha coinvolto lintero pianeta giallorosso. Rosella Sensi si è materializzata dalle 9 a Trigoria per capire dovè finita la Roma, vicecampione dItalia il 16 maggio scorso e oggi data per dispersa sia in Italia che in Europa. Prima il vertice di mezzora con i dirigenti, insistendo sul ritiro da subito. Conti, Montali e Pradè, affrontando i punti più inspiegabili della crisi, le hanno suggerito di interrogare prima la squadra. Ecco il secondo colloquio, il più significativo. La presidentessa davanti a Ranieri e ai giocatori. Ha preteso motivazioni valide e non chiacchiere e alibi. Tanti big hanno preso la parola. Totti, De Rossi, Pizarro, Vucinic e Perrotta, tra gli altri. Per dire che «il gruppo è unito; che qualcosa, ultimamente, non gira per il verso giusto: non sfortuna, ma episodi mai favorevoli»; «siamo gli stessi che cinque mesi fa stavano per vincere lo scudetto»; «ci conoscete da anni, ormai, e tutti siamo attaccati a questi colori»; «nessuno gioca contro lallenatore e che nessuno di noi è in lite con un compagno»; «alcuni non si sono allenati bene, per motivi diversi, in estate»; «possiamo anche sbagliare lapproccio alla gara, ma limpegno di tutti cè sempre» e «chiudersi qui a Trigoria non aiuta, anzi». Proprio Totti ha garantito alla Sensi che la squadra, se a Parma le cose non dovessero andar bene, accetterebbe comunque ogni provvedimento, a cominciare dal ritiro.
Il terzo incontro, a seguire: Conti, Montali e Pradè hanno voluto anche loro sapere. Hanno chiesto ai giocatori di sfogarsi, di approfondire alcuni concetti già espressi alla Sensi. Ranieri, invece, ha spiegato ai dirigenti che cè da lavorare su alcuni errori «soprattutto quelli difensivi, frutto della scarsa attenzione o poca concentrazione».
Lincontro conclusivo, il quarto prima di scendere in campo quasi alle 13, tra Ranieri e la squadra (senza la presenza dello staff del tecnico). Qualche giocatore ha chiesto spiegazioni su certe sostituzioni (lallenatore ha ammesso i suoi errori) e su alcune dichiarazioni sul gruppo. Altri gli hanno detto «le gambe non girano». Insomma, la preparazione atletica resta la prima causa del fallimento in questi primi due mesi (più di alcune mensilità non ricevute). Ranieri si è confrontato a quattrocchi, in campo con i centrocampisti Pizarro, Brighi e Perrotta. E proseguirà oggi, dopo aver festeggiato ieri sera in famiglia i 59 anni, lontano da Trigoria e dalla crisi.