La penna degli Altri 02/10/2010 10:07
Mexes, ridotta la squalifica
il 16 ottobre. Quella maledetta notte al Rigamonti, è il 22 settembre, Mexes ferma Eder lanciato a rete, ma partito in fuorigioco (primo errore). Lo fa con le buone. Phil tocca prima la palla (secondo errore), e fuori area (terzo). Russo esita, si consulta con Ayroldi e caccia Mexes. Rugantino perde la pazienza, inveisce a ripetizione e si becca tre giornate. «Sarebbero quattro - dicono in Lega - ma abbiamo convertito il turno in più in 10 mila euro di multa».
Ma la Roma, infuriata con Russo a tal punto che Rosella Sensi viene deferita, non ci sta. La puzza di furto si sente lontano un miglio e il presidente lancia un messaggio al Palazzo: «Sto vendendo la società, ma io sono sempre qua». In prima linea. Nella difesa di Mexes, la Roma punta sulla serata no (eufemismo...) di Russo per spiegare ai giudici della Corte Federale come pure un santo avrebbe perso la pazienza quella notte. Figuratevi Mexes. Quella di Philippe è stata una reazione commisurata, scrive nel memoriale la società. E la Corte le dà ragione. Non può azzerare la squalifica. Può ridimensionarla: da tre a due giornate. Ammettendo, così, che la sfuriata del francese era umanamente comprensibile. Nella sentenza è evidente il tentativo dei giudici di ammorbidire la dinamica dei fatti. La Corte rileva «che latteggiamento plateale e scomposto del calciatore, manifestato in un contesto di particolare animosità in relazione ad alcune decisioni arbitrali, non si è tradotto in atteggiamenti o frasi sicuramente riconducibili allingiuria o alloffesa verso gli Ufficiali di gara». Quanto all«epiteto riportato dal quarto Ufficiale», questo «può essere oggettivamente ricondotto ad unimprecazione non rivolta con certezza al quarto uomo stesso». Roma ha vinto. Ha vinto per Mexes. E ora ci sono buone possibilità che vinca anche per Rosella Sensi deferita per avere difeso Philippe, la Roma e i romanisti.