La penna degli Altri 16/10/2010 12:43

Lobont vuole riprendersi il suo futuro

IN BUONE MANI - La sfida tra Roma e è anche questo. Non solo il ritorno di Toni, non solo la ricerca spasmodica da parte della Roma di una marcia capace di farla uscire dalle attuali sabbie mobili. E da quest’ultimo punto di vista, le mani di sono fondamentali perché sul ragazzo di Hunedoara (Transilvania, regione che a tutti quanti noi ricorda immediatamente Dracula più che il Cluj) i dubbi, le perplessità non mancano, alimentate anche da quell’infausta serata di ago sto in cui la Roma lasciò per strada contro l’Inter una Super coppa che alla fine del primo tempo sembrava destinata a terminare nella bacheca di Trigoria.

FIDUCIA - Nel calcio, si sa, le certezze sono legate anche alle valutazioni di mercato. Il presidente del , , ha inseguito Eduardo con determinazione, ha dovuto evitare anche qualche tra nello negoziale ma alla fine lo ha fatto atterrare a . Una apertura di credito che, in qualche maniera. aiuta a dimenticare gli errori commes si dal portoghese in questo avvio di stagione. Bogdan Ionut, invece, non ha la stessa storia. La Roma non lo ha inseguito, non lo ha conquistato dopo averlo conteso a qualche altro grande club. Semplicemente se lo è trovato in casa. Per caso. E, allora, non basta a dissipare i dubbi il fatto che l’allenatore della Roma, Ranieri, al momento di ripresentarlo titolare dopo l’infortunio di Julio Sergio, abbia detto: « mi dà ampie garanzie».

RIPRESA - La notte di San Siro è rimasta, comun que, nella mente. Poi è arrivata la vittoria con tro l’Inter, ben oltre il tempo regolamentare, quindi la sciagurata sconfitta di , con po chi protagonisti al di sopra di ogni sospetto. Tra quei protagonisti, lui, il ragazzo venuto dalla Transilvania, autore di un paio di parate che hanno impedito all’insuccesso di trasformarsi in tracollo. Lui, Bogdan Ionut, fa sfoggio di umiltà. Ai colleghi che gli sono davanti ha sempre detto: «Non sono qui per rubare il posto a qualcuno». Ciò non toglie, che con un triplo carpiato, abbia superato nella gerarchia Doni. Roba che nemmeno lui avrebbe sognato, qualche tempo fa, dopo l’approdo casuale.

PROMESSA - Perché poi il Caso ha sempre due facce. Una po sitiva che riguarda diretta mente Bogdan Ionut; una ne gativa che riguarda chi osser va dall’esterno, chi soffre per i colori giallorossi, chi trepida per una stagione cominciata decisamente male. E così si pensa più a quanto è costato (appena ottocentomila euro per il riscatto) e a una storia calcistica cominciata come una convalescenza. Roba nota: l’amicizia con Chivu e l’approdo nella Capitale dove ha potuto curarsi meglio e riemergere con maggiore fiducia dall’ultimo, grave infortunio.

- Eppure, a tren tadue anni, ha vera mente un grande futuro alle spalle. Lui ha detto che se avesse trovato a vent’anni l’attuale della Roma, Giorgio Pellizzaro, sarebbe diventato «il più forte del Mondo». Forse, Pellizzaro a parte, Bogdan Ionut avrebbe avuto bisogno di una sorte migliore per ché sono stati gli imprevisti del destino a bloccarlo, spesso sul più bello. Quando vestiva (in­sieme a Ibrahimovic e Van der Vaart) la maglia dell’Ajax, era considerato una grandissima promessa. Su di lui la squadra olandese aveva puntato convinta di poter rientrare abbondantemente da quell’investimento.

Aveva un modello, all’epoca: Peter Schmeichel, della Danimarca vittoriosa agli Europei del ‘92, e del Manchester United Campione d’Europa sette anni dopo. Gli infortuni hanno cancellato buona parte delle sue prospettive, rimpicciolito il suo orizzonte. Ma il tempo normalmente dà quel che toglie. Semmai a partire anche da questa sera.