La penna degli Altri 04/10/2010 12:12

Lobont, l’unica buona notizia

Non ha voglia di parlare, così come tutti i suoi compagni – Borriello escluso – e sale di corsa sul pullman, nonostante qualche inserviente gli dica: “Bravo”. E bravo, l’ex della , lo è stato davvero. Sui gol non ha praticamente nessuna colpa e se non ci fossero state le sue parate il passivo sarebbe potuto essere ancora più pesante. Il primo intervento è all’8’ del primo tempo: Lavezzi riparte dalla sua tre quarti, arriva al limite dell’area dove libera un sinistro che il romeno blocca con sicurezza. Al 25’ è Hamisk a tirare, sempre col sinistro, e anche in questo caso l’estremo difensore romanista blocca con facilità, dimostrandosi molto sicuro. Sette minuti più tardi, il primo grande intervento: Hamsik, solo in area, blocca di petto e tira a colpo sicuro, ma salva di piede. Al 13’ della ripresa, invece, il romeno usa le mani e coi pugni salva su Cavani, mentre al 19’ blocca Lavezzi che era entrato in area lasciando sul posto Cassetti. Al 27’ il passa in vantaggio con Hamsik nonostante provi a bloccare il pallone che invece entra lo stesso. Mentre le squadre rientrano a centrocampo, è lui, insieme a Burdisso, a cercare di dare la scossa alla squadra strillando e sbracciandosi, ma le sue urla risultano vane visto che qualche minuto dopo il raddoppia. Autogol di Juan, è spiazzato ma, subito dopo aver raccolto la palla in rete, dà una pacca sulle spalle al compagno. E’ da questi gesti che la Roma dovrà ripartire e per farlo conta ovviamente su di lui, il che lo scorso anno era buono soltanto (o quasi) per fare gruppo e che invece si sta rivelando un titolare affidabile.

Il motivo è presto detto: sta giocando con continuità. Lo staff di Ranieri, Guido Nanni e Pellizzaro, sono da sempre convinti delle sue qualità, lo vedono in allenamento tutti i giorni e ritengono che, tecnicamente, ci siano pochi numeri 1 al suo livello in Italia. Il problema è, o per meglio dire era, la testa. Stando spesso in tribuna (o al massimo panchina), sembrava aver perso quella concentrazione e quella sicurezza in se stesso che sono determinanti per un ruolo così delicato. Alla terza di fila dal primo minuto (Inter, Cluj, ) è vero che ha incassato tre gol, ma è vero anche che le sue prestazioni migliorano di minuto in minuto e che il rapporto coi compagni inizia a migliorare. Quello in campo, s’intende, visto che quello fuori è sempre stato ottimo.

Lo è da quel 4 ottobre dell’anno scorso, proprio un anno fa: la Roma giocava all’Olimpico contro il , Bogdan entra al posto di Julio Sergio e al primo tiro prende gol da Lavezzi. Non un tiro irresistibile e per lui è una mazzata. La doppietta di cancella tutto ma torna comunque affranto negli spogliatoi. I compagni lo consolano, lui – racconta agli amici – si sente per la prima volta parte integrante del gruppo Roma. Non ne uscirà più e vivrà da autentico uomo squadra l’entusiasmante rimonta dell’anno scorso. Con un obiettivo: dimostrare che lui, con quei campioni, poteva tranquillamente giocarci. E che loro, in campo, potevano fidarsi di lui. Ieri c’è riuscito e, almeno questa, è una buona notizia per la Roma.