La penna degli Altri 04/10/2010 10:44
Lavezzi e Hamsik sono travolgenti La Roma in zona B
Al di là di spunti personali, la Roma non si è messa in moto, la marcia imperiosa della passata stagione sembra lontanissima, giusto quindi che sia in fondo al gruppo. Il tentativo fallito Claudio Ranieri si è affidato a un modulo speculare a quello di Mazzarri, sottovalutando il fatto che il Napoli lo ha mandato a memoria, i suoi uomini no. E allora ecco che nel primo tempo la fascia mancina affidata a Riise-Menez è stata carente causa mancati rientri del francese, troppo anarchico. E nella ripresa a fare acqua è laltra corsia, quella presidiata da Cicinho (dopo lo 0-1 entra Rosi) e Cassetti il quale, da ammonito, ha potuto solo «accompagnare» la frenesia di Lavezzi, astutamente spedito dalla sua parte.
Il trasformismo Al di là degli errori strategici della Roma, occorre attribuire grossi meriti al meccanismo di interscambi messo in piedi da Mazzarri, che riesce a ruotare le sue tre stelle ricavandone un rendimento stabilmente alto. Lavezzi ha cominciato da centravanti, Cavani, defilato, ha avuto due ottime occasioni (sprecate al tiro) e Hamsik si è mosso tra cabina di regia e fronte offensivo con tale sapienza che sono state sue le palle gol più eclatanti. Su quella del primo tempo eccezionale il riflesso di Lobont ma lazione chiave di metà ripresa, avviata da Lavezzi e rifinita da Dossena con un traversone rasoterra al bacio, ha visto la perentoria chiusura in rete dello slovacco: nu babà.
Entusiasmo e delusione Roma mai pericolosa, con Borriello poco servito e Totti in giornata poco ispirata. Al punto che quando dalla panchina si è alzato Vucinic (mossa tardiva) il capitano si stava...sostituendo. Invece è uscito Borriello, evidentemente Ranieri voleva vivacizzare e rendere meno prevedibile la manovra offensiva per tentare il colpaccio. Cinque minuti dopo, però, il Napoli è andato a meta e gli ospiti non hanno potuto organizzare il pressing finale causa autogol di Juan ( molta sfortuna) su cross di Campagnaro. Ecco larma vincente del Napoli: la sapiente utilizzazione delle corsie esterne con le sovrapposizioni puntuali tra terzini e attaccanti. Mazzarri è stato abile nel trasformare un limite (la mancanza di un centravanti classico) in un pregio: senza punti di riferimento fissi è dura per la difesa avversaria. Così Napoli ha ripreso a sognare: non svegliamola.