La penna degli Altri 31/10/2010 10:15

La Roma si riprende ma Totti perde il derby

 

Burdisso forever Nel giorno dei tridenti che sparano a salve, l’argentino è tre volte protagonista: nel primo tempo quando salva due gol certi intercettando alla disperata le conclusioni di Corvia, nella ripresa quando sblocca il risultato con un perentorio colpo di testa su cross di Riise. Un gol scacciaincubi fabbricato da una difesa che tuttavia continua a fare acqua. La Roma vince infatti nettamente, uscendo per la prima volta fuori alla distanza (buon segno), una partita troppo a lungo in bilico, col Lecce capace di collezionare ben sei limpide palle gol. Roma sbilanciata Vittoria importante ma non scacciacrisi. La prima volta del tridente all’Olimpico, restituisce alla Roma un Vucinic attaccante «croce e delizia», capace di segnare, costruire, ma anche di divorare l’inverosimile. Insieme a lui, e Borriello a corrente alternata, ma con un denominatore comune: nessuno dei tre si sogna di rientrare. Per questo la squadra è sempre lunga ed esposta alle altrui ripartenze: privo del metronomo Pizarro (assenza pesante) e con un recuperato, ma ancora non al meglio, Ranieri indovina i cambi che indirizzano il match. Cicinho per Cassetti all’inizio del secondo tempo e soprattutto Simplicio per Perrotta tre minuti prima del gol di Burdisso. È col brasiliano che la circolazione di palla diventerà più veloce, efficace e vincente.

Occasioni a gogo Se il primo tempo finisse 3-3 non ci sarebbe da scandalizzarsi. La Roma coglie la traversa con Borriello e Vucinic (cui nella ripresa si aggiungerà quella di Borriello) e il Lecce con Corvia, Borriello si mangia di testa un gol che gli confeziona su punizione, Vucinic e trovano in Rosati un in vena di prodezze, e Burdisso si sostituisce due volte a Julio Sergio nel respingere le conclusioni a botta sicura del solito Corvia. Il Lecce non è male, specie dalla metà campo in su, con l’argentino Piatti che giostra e bene alle spalle di Corvia e Di Michele. Munari dà peso al centrocampo nel quale l’agilità di Olivera e i piedi buoni di Giacomazzi fanno il resto. La difesa, e gli 0-4 con Milan e lo testimoniano più del solo punto conquistato in trasferta (a Palermo) fa però acqua, specie in mezzo dove Ferrario si fa subito male e lascia il posto a Giuliatto. Il cambio che non funziona, però, è quello che De Canio sfodera subito dopo lo 0-1: fuori Piatti, il migliore dopo Rosati, e dentro Chevanton. Da quel momento la fase offensiva del Lecce verrà completamente meno. Buon per la Roma, che affronta la settimana della verità coi tre punti di cui aveva tanto bisogno. Mercoledì a Basilea e domenica con la Lazio, però, ci sarà bisogno di ben altri equilibri. Altrimenti saranno di nuovo dolori.