La penna degli Altri 25/10/2010 10:34
La Roma dei riservisti è grigia e senza idee Totti diventa un caso
Il mercoledì dei grandi chiarimenti ha portato a una Roma con un attaccante in più: Vucinic esterno di centrocampo, con compiti naturalmente più offensivi che difensivi. Ma, poiché i fatti contano più delle parole, non basta cambiare un giocatore per far arrivare, come per magia, schemi offensivi, sovrapposizioni e inserimenti dei centrocampisti. In più, a complicare il tutto, cè linfortunio di Taddei nel riscaldamento. Il brasiliano si blocca e, al suo posto, deve giocare Cicinho. La Roma perde così il suo unico esterno alto di ruolo e tornano i misteri sui muscoli di Rodrigo che, dopo i 180 giocati contro Genoa e Basilea, finisce di nuovo in officina a farsi riparare il solito polpaccio.
Sfortuna? Logorio del gruppo storico? K.o. da mettere sul conto di una preparazione atletica molto discussa? La Roma è malmessa, senza De Rossi, Menez, Perrotta e con Burdisso in panchina (luomo che Ranieri ha voluto a tutti i costi, facendo pagare 8 milioni un giocatore a scadenza di contratto), ma il Parma non gioca sulle fasce, condizione imprescindibile del 4-3-3. Nel finale del tempo, però, gli emiliani sprecano loccasione più clamorosa. Antonelli va via a sinistra, senza trovare alcuna opposizione in Cicinho, e dal fondo serve Gobbi: cross sul secondo palo per Marques, che, a cinque metri dalla porta, spara alto un tiro impossibile da sbagliare.
Nella ripresa Ranieri cambia tanto, anche troppo. È il ritorno del Tinkerman, il riparatore degli oggetti che funzionano, come lo chiamavano in Inghilterra? Fuori Totti, che si adegua ma chissà se capisce. Fuori Vucinic, dopo 6, con tempistica a sorpresa. A quel punto cè una Roma piena di riserve ed ex emarginati: Lobont, Mexes, Cicinho, Simplicio, Julio Baptista e, nel finale, Okaka. È a lui che potrebbe capitare il pallone per cambiare la partita. Baptista, però, non lo vede e spreca in modo assurdo il contropiede.
Per bocca del d.s. Pradè, la Roma ribadisce la fiducia nel tecnico. Non abbiamo motivo di dubitarne, ma quello che si vede in campo è una squadra smarrita. E Totti, alla quarta sostituzione in 11 gare, sembra entrato in un tunnel. È sempre stato il valore aggiunto della Roma, ora non può essere diventato la sua palla al piede.