La penna degli Altri 08/10/2010 13:39

Il bello dell´Italia

Borriello è il ritorno più sorprendente. Prandelli l´aveva chiamato ad agosto per l´amichevole di Londra e l´aveva escluso dagli impegni successivi. Sembrava chiuso da Gilardino e da Pazzini, forse anche da Amauri di cui prese il posto contro la Costa d´Avorio. L´ex fidanzato di Belen è invece riaffiorato dalla crisi personale con il Milan che ha scelto Ibrahimovic, dal rifiuto alla e dal trasferimento alla Roma, che quanto a crisi non è seconda a nessuno. Però sta facendo bene e «può fare i movimenti giusti per questa partita, dandoci la profondità nella manovra» ha spiegato il ct che non nasconde le ragioni delle proprie scelte. Borriello, da parte sua, ha fatto sapere «che spera di segnare» ed è un´aspirazione assolutamente originale trattandosi di un centravanti. Non l´avremmo immaginato. Più che una rivoluzione siamo dunque al ritocco. Pare che non fosse possibile fare di più.

Prandelli celebra in queste ore i 100 giorni dall´investitura che sono il periodo di tregua concesso ai presidenti americani. «Mi sento sempre più coinvolto in questo ruolo e mi ci trovo bene», ha confidato ed è un cambio di prospettiva se si pensa ai dubbi con cui si era avvicinato all´incarico che lo escludeva dalla quotidianità del lavoro sul campo. «Ho capito che fare il ct non comporta porsi dei limiti professionali ma arricchirsi di esperienze che altrimenti non faresti». Il bilancio gli è dolce. Ha vinto le prime due partite che contavano, ha portato l´Italia ad un successo rotondo contro le Far Oer come non succedeva da molti anni. Soprattutto ha rasserenato il clima attorno alla Nazionale cercando di renderla più simpatica di quanto fosse con l´ultimo Lippi. Le nozze però si fanno con i risultati e i prossimi sono importanti. «Di fronte a noi ci sono due prove determinanti anche se il nostro destino sarà di essere sempre sotto esame» ha ammesso il ct.

Sei punti con gli irlandesi e i serbi, martedì a Genova, darebbero la quasi certezza della qualificazione agli Europei del 2012. A quel punto Prandelli potrebbe spingere più a fondo nella ricostruzione, cercando tra i giovani qualcuno su cui investire. Altrimenti dovrà affidarsi all´usato più o meno sicuro, come in questo caso con Zambrotta e con Mauri, uomini di qualche Nazionale fa. L´Irlanda di Belfast è una trappola. Ha poco appeal e a Pisa, prima della Confederations Cup del 2009, gli azzurri la batterono in amichevole per 3-0. Però ha sconfitto 1-0 in trasferta la Slovenia nell´unica partita giocata fin qui. «L´ideale - ha ammesso il ct con una visione trapattoniana del mestiere - sarebbe vincere attraverso il gioco ma il primo obiettivo è farlo in qualunque modo. Vorrei vedere cosa si direbbe se perdessimo 2-1 dopo aver giocato una grande partita». Ha spiegato agli azzurri che non dovranno farsi irretire dalla foga degli irlandesi. «Ho un gruppo che per carattere e grinta non deve invidiare niente a nessuno. Ma quando ti fai prendere dall´agonismo perdi la lucidità mentre nel calcio moderno bisogna conservarla e usarla per cambiare pelle all´interno della stessa partita».

Si gioca ancora con il tridente, mentre con la Serbia probabilmente ci sarà il modulo con Pazzini e Borriello più Cassano alle spalle. «Molto dipende dall'atteggiamento degli irlandesi - ha aggiunto Prandelli - se ci attaccheranno con gli esterni o sulle ribattute della nostra difesa Pepe dovrà scivolare indietro e i centrocampisti diventeranno quattro, con Cassano che si sposterà più in mezzo". Dettagli tattici di un calcio che fu. Oggi il problema pare che sia come porse di fronte al coming out di Tiziano Ferro e all'attesa che spuntino i nomi degli omosessuali del calcio. "Da quello che leggo dobbiamo solo aspettare che arrivino le notizie", ironizza Prandelli. Accogliendole con l'echissenefrega.