La penna degli Altri 25/10/2010 10:02

I tifosi e la protesta del panino

 

Lo stadio insomma veniva vissuto con ben altra filosofia di sport e di vita anche da parte di chi tirava le fila del business, che c’è sempre stato. C’era più rispetto per i tifosi e per le vite delle loro famiglie, forse anche perchè l’incasso domenicale costituiva l’unica risorsa delle Società. Con l’arrivo della Tv a pagamento e la necessità di legare lo spettacolo al rientro delle grandi cifre che Sky per prima ha dovuto mettere sul piatto del calcio, tutto è precipitato. E’ un male certo. Ma è stato anche un bene per tante persone che allo Stadio non volevano o potevano più andare. Ma quello di cui non si parla invero mai è il motivo per cui anni fa era considerato inconcepibile non giocare tutti alla stessa ora: la regolarità del campionato. Giocare a pallone sapendo i risultati degli altri campi è senza dubbio poco corretto. Soprattutto dalla metà del campionato in poi, quando si possono fare bene i conti su di un pareggio o una sconfitta di una diretta avversaria nella lotta per lo scudetto, per

la retrocessione, per un posto in . Così la pensavano i tifosi, ma soprattutto il Palazzo che, come si sa, per interesse cambia idea con facilità.