La penna degli Altri 13/10/2010 10:08

Flop Maroni

 

Da noi gli è stato invece persino consentito di irrompere sul pullman dei calciatori serbi, lanciando fumogeni

che hanno ferito il della squadra. Lo spettacolo e’ stato surreale, degno della penna di un grande scrittore di fantascienza. Un energumeno con il mephisto nero calato sugli occhi e la maglietta nera con il teschio impresso lì sul petto, guidava il lancio di fumogeni in campo e tagliava indisturbato la rete di recinzione, mentre i suoi sodali spaccavano i vetri.
Tardivo, per usare un eufemismo, l’intervento della polizia in campo. Perché non sono stati fermati prima? Quali misure erano state concordate con la polizia serba, che conosceva perfettamente i teppisti? Come mai hanno potuto umiliare la polizia di una delle più grandi nazioni del mondo, dinnanzi agli occhi di milioni di telespettatori? E’ la prova che i proclami roboanti, le misure indiscriminate non servono a nulla. Servirebbero azioni serie di prevenzione, di intelligence, come si dice, per tenere i violenti lontani dagli stadi. Non l’inutile propaganda repressiva che colpisce tifosi incolpevoli e lascia liberi di agire gli organizzatori della violenza, che ha spesso - come dimostra lo scandalo di Genova - ben altre ragioni e altri protagonisti. Infine si e’ cercato di giocare una partita grottesca, in un clima surreale, con la polizia schierata ai bordi del campo, mentre i bengala continuavano a piovere in campo sui nostri giocatori. Poi ha prevalso il buon senso e la partita e’ stata sospesa. Ma l’umiliazione della nostre misure di sicurezza resta come un marchio indelebile.