La penna degli Altri 24/10/2010 10:46

E’ in gioco la faccia

Entrare al Tardini, con tanti pensieri addosso, è cosa strana per la Roma che, nelle ultime quattro visite a Parma, ha sempre raccolto il massimo: quattro successi di fila. Servirebbe il quinto, per dimostrare che la squadra è ancora in lotta per qualche obiettivo, poi si capirà quale, e non per sopravvivere in una stagione iniziata malissimo. Per una questione di testa, dicono e forse è anche vero. Ma è solo la conseguenza del peccato originale, il più evidente degli errori che Ranieri, ostinatamente e superficialmente, ha negato sino al crollo con il Basilea. Ad aprirgli gli occhi, il gruppo, nella riunione di mercoledì a Trigoria. Adesso sa che la paura è figlia della drammatica condizione atletica. I giocatori si sentono fragili, non solo tatticamente: sempre secondi sul pallone, capiscono che c’è poco da fare e contro chiunque. Ora ci sarà Bertelli, l’ex di Spalletti, al fianco di Capanna, il professore bravo nel mantenimento e fin qui contrario al lavoro sulla forza. La Roma è senza benzina e dovrà aspettare di fare il pieno. Ma, con un primo richiamino già a partire da domani, si cercherà di ridare resistenza e affidabilità a una squadra che dura un’ora o mezza partita. Svolta obbligatoria, ricordando il recente passato juventino dell’allenatore di San Saba, hanno dato più spazio a Bertelli.

I giocatori, tutti e non solo , stanno aiutando Ranieri, in evidente difficoltà. «Se sono io il problema, mi faccio da parte», frase sospirata dal tecnico, copiando il suo capitano, al rientro negli spogliatoi dopo il primo tempo choc contro il Basilea. La risposta nella ripresa, reazione psicofisica di 20 minuti, è bastata al tecnico e al suo staff per capire che nessuno rema contro. Al tempo stesso, però, la squadra vorrebbe vedere più spesso in campo tre dei sette attaccanti in organico, per non mandare più messaggi inequivocabili agli avversari, come nelle ultime gare, impostate nascondendosi in difesa e aspettando solo di essere presi a schiaffi. «Giochiamocela sempre», gli hanno detto. Oggi dovrebbero essere accontentati: ecco , Borriello e Vucinic. Anche perché stare dietro, non significa rischiare meno: in 11 partite 21 gol (12 in campionato per la peggiore difesa). I giocatori, però, si prendono una grande responsabilità: c’è vuoto societario a Trigoria e la Roma è tutta loro, nel bene e, di questi tempi, soprattutto nel male. Soccorrendo l’allenatore, sta a loro portarla fuori dalla crisi di risultati e di gioco.