La penna degli Altri 29/10/2010 11:16
Corvia: "La Roma è un sogno"
CORSPORT (R. MAIDA) -
Era quello bravo della Primavera della Roma, faceva gol a secchiate, piaceva tanto a Capello che lo lanciò in serie A e in Europa («Gli devo tutto» ) . Ma nella Roma dei grandi Daniele Corvia non è riuscito a sfondare. Lo ha fatto a Lecce da ragazzo maturo, lo scorso anno in serie B: 17 gol buoni per la promozione. Sabato torna allOlimpico da avversario. Romano di Largo Preneste, non nasconde lemozione («Ci saranno almeno 15 persone a vedermi, è una partita speciale» ) e rivela un divertente derby da salotto:
«Mia moglie Sara è di San Giovanni e simpatizza per la Lazio. Ma non è una tifosa accesa. Anche perché i miei due figli, Siria di 4 anni e Christian di 20 mesi, non devono avere dubbi: devono sapere con certezza da che parte stare » .
Lamore per la Roma non gli ha fatto perdere il senso della misura. Corvia è un uomo di 26 anni ( «25 ancora, manca qualche settimana...» ) che riconosce i suoi limiti e si gode i suoi meriti.
Daniele, il nome Villarreal cosa le ricorda?
«Uuuh. Quella traversa! ».
Può spiegare?
«Era una partita di Coppa Uefa, il giorno degli attentati ai treni di Madrid ( 11 marzo 2004, ndr). Io sono un ragazzo della Primavera, Capello mi chiede di entrare. Vado sul pallone, prendo la traversa. Perdiamo 2-0. Al ritorno vinciamo 2-1 e siamo eliminati ».
Si può dire che da quella notte ha perso la Roma?
«In un certo senso sì. Nel calcio gli episodi cambiano una carriera. Ed è facile costruirsi la fama di quello che non fa gol. Io ero giovane e, lo ammetto, non ero pronto per una squadra come la Roma. E non sono venuto fuori».
Non ha un rimpianto? Ha fatto tutta la trafila delle giovanili e poi ha lasciato il club della vita con un solo gol segnato, in Coppa Italia.
«Non posso rimproverare nessuno. Semmai mi dispiace di essere entrato in pianta stabile nella prima squadra nella stagione peggiore, quella dei quattro allenatori (2004/05, ndr) » .
E così difficile sfondare per un romano a Roma?
«Sì, a meno che non sia forte da subito come Totti e De Rossi. Roma è una città con tante pressioni e tante aspettative: non aspetta un giovane che deve formarsi. Anche altri hanno avuto le mie difficoltà: penso ad Amelia, Pepe, Bovo » .
Okaka, che è stato suo compagno nella Primavera romanista, è nella sua situazione di qualche anno fa. Cosa gli consiglia?
«Di andare via, di giocare. Stefano ha qualità importanti ma adesso è chiuso. Credo che la Roma non abbia mai avuto un parco attaccanti così forte e ricco. Anzi, dico di più: per me questa Roma è tra le più forti di sempre, anche più di quella di Capello in cui ho giocato io».
E allora da lontano come spiega questo inizio così complicato?
«Non me lo spiego. La Roma ha ag giunto Borriello e altri giocatori impor tanti a una rosa già competitiva. Mi au guro da tifoso che si riprenda».
Un tifoso come gioca da centravanti contro i colori che ama?
«Darò il massimo per il mio Lecce. Sarò teso prima di entrare in campo, come è già successo qual che anno fa quando ero al Siena, ma poi penserò solo a vincere».
Classica e doverosa domanda: se segna, come ha fatto mercoledì in coppa Italia, festeggia?
«Non lo so, non so nemmeno se giocherò. Adesso dico di no ma devo trovarmi nella situazione. Sicuramente non sarebbe unesultanza smodata. Ma non posso nascondere che un gol allOlimpico sarebbe il massimo per me. Come per qualunque attaccante, credo».
Lei ha già segnato 2 gol in questo campionato, Totti nessuno. Strano no?
«Francesco è un grande e saprà gestire questo momento difficile. Presto tornerà ad essere decisivo. Ma se ci mettiamo a discutere Totti, allora è finito il calcio».
Ranieri ormai lo impiega stabilmente come seconda punta. Forse è lallenatore che va messo in discussione?
«Non vorrei giudicare dallesterno. Comunque a mio giudizio Ranieri merita fiducia. Non possiamo dimenticare quello che ha fatto nello scorso campionato: ha sfiorato lo scudetto».
Però se il suo Lecce dovesse vincere allOlimpico, sarebbe la sua squadra a creare grandi problemi a Ranieri.
«Nulla di personale, ovviamente, però io spero di fare risultato. A noi servono punti per la salvezza. Stiamo giocando bene e non vogliamo fermarci».
Corvia, dica la verità. Un pensiero a tornare alla Roma lo fa?
«No, sono realista. A Lecce ho trovato finalmente la mia dimensione. Non la considero un punto darrivo, per carità, anzi spero ancora di crescere. Però la Roma per un calciatore come me è un sogno, non un pensiero».