La penna degli Altri 24/09/2010 13:32

Una Roma da rifondare Ma mai con Marcello...



Scappato Prandelli, dimessosi Spalletti, la patata bollente è rimasta in mano a Ranieri. Qui non si trat ta di sostituire un giocatore (pe raltro insostituibile), ma di ri convertire tutta la squadra a una nuova formula di gioco. Dimentichiamoci quella Roma perfetta, senza uno sbaglio, senza una sbavatura. Dimentichiamoci la Roma stile torta nuzia le, che ci ha ingolosito per anni. Quella Roma è stata un capola voro. Possiamo continuare ad elogiarla perché ha fatto recita re un bel calcio anche a quei giocatori che appartengono più alla categoria dei comprimari che dei campioni. Nel ghigno amaro di Ranieri a fine partita abbiamo scoperto tutta la consapevolezza di doversi impe gnare a fondo per rimettere in piedi una squadra che gli si è sfasciata di colpo davanti agli occhi. Ma quella squadra ha lottato sino alla fine. Ha lottato in dieci uomini contro quattor dici avversari (arbitro e guarda linee compresi). Ha lottato con grinta. E allora, finché c'è grin ta c'è speranza. Speranza di ri trovarla magari diversa, di ri trovarla quando non ci pense remo più e avremo il timore di averla persa per sempre.



E adesso vi aspetterete che spari anch'io sul pianista. Ne avrei la voglia, ma non parlo mai degli arbitri in questa rubrica, perché sono consapevole delle difficoltà che devono affrontare. Spero però che il signor Russo e i suoi assistenti non ven gano più designati per dirigere partite della Roma per quello che hanno cre duto di vedere e per quello che non hanno visto. Se i dirigenti arbitrali dovesse ro non prendere in considera zione questa nostra innocente speranza, potremmo legittima mente ritenere la loro decisione alla stregua di una stupida e gratuita provocazione. E' vero che la Roma non ha dirigenti in grado di avanzare la protesta, ma non bisogna neppure appro fittarne per infilarle in bocca la canna del gas.



Spero anche, naturalmente, che se qualcuno arrivasse a pensare di dover sostituire Ra nieri, non si rivolga a Marcello Lippi. Vere o non vere le illazio ni fatte su di lui, il 'Macello' nazionale non avrebbe né la faccia, né l'aureola, né a Roma la popolarità necessaria per met tersi seduto sulla panchina di Spalletti e di Ranieri. Chi ha orecchie per intendere, intenda.