La penna degli Altri 16/09/2010 10:39

Troppo Bayern per la Roma

CORSPORT (D. TORROMEO) - 
La Roma soffre, ma lotta. Resiste fino a 11' dalla fine, poi è costretta ad arrendersi. Il Bayern fatica a portare a casa la partita, ma quando alza il ritmo delle giocate, mette sotto i rivali. Per un intero tempo si è limitato al possesso palla, si è accontentato di tenere il pallino in mano. Quasi stesse studiando quello che poi avrebbe reso operativo nella ri presa. In quel clima, a bassi ritmi, la Roma si è trovata bene. Ha tenuto botta, ha azzerato sul nascere qualsiasi tentativo di verticalizzazione, qualsiasi pensiero dei tede schi di andare a rendersi pericolo si. Poi qualcosa è cambiato. Il Bayern è stato capace di alzare il li vello della sua prestazione, la Roma no. E ha pagato caro. Per tre volte Julio Sergio ha salvato la porta, in un'occasione il suo intervento (11' della ripresa su tiro di Muller da distanza ravvicinata) è stato fantastico. Ma la pressione dei padroni di casa ha presentato il conto e alla fine qualcuno ha do vuto pagarlo. La linea difensiva romanista ha retto il mare in tem­pesta che per trenta minuti si è ro vesciato attorno all'area di rigore. Ma alla fine anche i due centrali, Juan e Burdisso, non sono stati im­peccabili in occasioni delle due reti. Il primo tempo era scivolato via senza scossoni. Si era esibito in un prolungato possesso palla il Bayern, senza mai provocare il mini mo pericolo.

La Roma giocava bassa, aspettava i tedeschi per non concedergli spazi. Ma riusciva comunque a creare le uniche due palle gol del primo spezzone di gara. Borriello in tuffo di testa (6') gi rava verso la porta di Butt, van Buyten la fermava col braccio. Era molto vicino all'attaccante romanista e l'arbitro giudicava involontario il fallo, ma il braccio del difensore era nettamente staccato dal corpo e il calcio di rigore pote va starci. Era ancora Borriello, di sinistro su cross di Rosi (40'), a an dare a caccia del gol. Butt volava e salvava. Era tutta in quei due momenti la partita nei 45' iniziali. Molto atten ta, coperta, ben messa in campo la Roma. Lasciava giocare il Bayern, gli concedeva il possesso palla, ma non offriva neppure uno spiraglio. Bene la linea difensiva, gran lavoro di sacrificio del centrocampo a cui poi diventava però difficile chiedere una presenza attiva e continua nelle fasi di contropiede. Il Bayern si era presentato con una formazione che conteneva al meno due sorprese. Klose restava in panchina, al suo posto al centro dell'attacco come punta avanzata giocava Olic, mentre Muller face va l'esterno . Van Gaal schierava i due esterni molto larghi, quasi sulla linea laterale, con la speranza di accerchiare difesa/centrocampo romanista che si presentava come un blocco molto compatto. Il giochino riusciva fino a quando si trattava di lavorare il pallone.

Altintop e Muller veniva no riforniti da van Bommel e Schweisteiger, mentre Kroos si schierava subito dietro Olic. Tanto rumore per nulla. Neppure una volta Julio Sergio
 era costretto a in tervenire in modo decisivo. I tedeschi commettevano l'errore di muoversi su ritmi lenti, erano ripetitivi negli schemi. Davano così modo alla Roma di coprirsi senza affanno e, appena poteva, di provare a ripartire. Era Borriello in questo caso a reggere il peso della controffensiva. Lo faceva di fisicità e di mestiere (nei secondi 45' sarebbe stata ancora sua la palla gol romanista: 36' lancio di Pizarro, aggancio di sinistro e tiro del centravanti sul in uscita). Nella ripresa il Bayern cambiava ritmo e scatenava l'inferno. Lahm era una spinta costante, Muller si faceva trovare sempre pronto, il pacchetto di centrocampo appoggiava l'azione e per lunghi tratti si giocava nella metà campo romanista. In una serata così sarebbe servito il miglior , solo lui avrebbe potuto inventa re il colpo che avrebbe dato un volto diverso alla partita. Ma ieri notte il capitano non è riuscito a muoversi ai suoi livelli. Capita. E la Roma ha dovuto affidarsi solo a una difesa vecchio stampo. Fino a 11' dalla fine il risultato era in cascina. Poi il Bayern è andato a prenderselo di forza. E con pieno merito.