La penna degli Altri 24/09/2010 11:41
Teso, solo, maltrattato: la solita fine di Ranieri
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Esempi a raffica: guida il Chelsea nel pre-Abramovich, vince 107 partite ufficiali su 199, poi arriva il russo, lo tratta come uno straccio, gli dà il benservito e cominciaaspendere milioni come fossero noccioline. Arriva alla Juve del post-Calciopoli, si arrangia alla meglio, riporta il club in Champions, ma la stagione successiva (2008/09) viene massacrato da media e dirigenti e, infine, esonerato a due giornate dal termine del campionato quando la Signora è al terzo posto. Lanno successivo con Ferrara i bianconeri finiranno molto peggio. Nel settembre 09 arriva a Roma: subentra a Spalletti, ottiene il record di risultati utili consecutivi (24), vince entrambi i derby di campionato, arriva a un passo dallo scudetto e si ritrova, dopo solo quattro giornate del nuovo torneo, con il sedere a terra.
Massacrato. Deriso. Abbandonato. Indicato come principale responsabile di una situazione allucinante: la società è senza guida, lui sbrocca in conferenza prima del match con il Bologna e mercoledì dopo il ko col Brescia indiscutibilmente condizionatodal signor arbitro. Accusa Lippi (e lex ct risponde: «Ognuno può dire quel che gli pare...»), prova a tenere insieme uno spogliatoio traballante (non per colpa sua), è nervoso perché sa... Sa che ci sono tecnici come Mou che chiedono e vengono accontentati e altri come lui, gentiluomini destinati a soffrire. Comè ingiusto il calcio...