La penna degli Altri 24/09/2010 11:06

Serve la moviola in campo ma ora basta con i lamenti

Anche le parole di Ranieri, tecnico preparato e di grande esperienza, se analizzate nel loro impatto, creano danni: al buon senso. Si protesta, giusto; ci si arrabbia, comprensibile; ci si appella alle istituzioni federali perché prendano gli adeguati provvedimenti, tutto regolare. Ma «il ricovero» per un assistente o un arbitro è una formula dialettica esagerata che mette alla berlina un direttore di gara, dipingendolo come un matto, e fa pensare a quei provvedimenti in uso nei passati regimi dell’Est dove il ricovero era applicato a chi dissentiva. Qui purtroppo si dissente con le buone regole della convivenza.

Per esempio, tanto per rasserenare gli animi, Borriello, uno dei pochi a distinguersi con classe nella Roma in campo, ha lanciato anche lui il suo missileAl Milan queste cose non mi sono mai capitate: ho capito la differenza che c’è nel giocare nel Milan e nella Roma...»), salvo smentire 5 minuti dopo il botto, sostenendo di essere stato frainteso.

Se si pensa che domani sera si andrà ancora in campo e non per una partita a carte, ma per Roma-Inter, beh non c’è tanto da star tranquilli. Il problema arbitrale, ahinoi, è maledettamente serio, perché gestito in modo anarchico, con un ruolo, quello fondamentale del designatore, conteso tra Braschi, l’uomo deputato, e Nicchi, presidente degli arbitri che tende a occupare spazi non suoi. È maledettamente serio perché agli errori si replica con i sospetti più calunniosi, non prendendoli invece per quello che sono, vale a dire errori motivati talvolta dall’incapacità. Il problema è serio perché ci si ostina a non aiutare chi si mette un fischietto in bocca con gli opportuni aiuti tecnologici: ma questa è colpa di Blatter. A inizio stagione, si sarebbe potuto chiedere alla Fifa l’autorizzazione per utilizzare gli arbitri di porta per tutto il campionato di A, operazione subito possibile, anche se avrebbe richiesto un ingente spiegamento di uomini, operazione di non facile soluzione. Ma Nicchi è contrario, da sempre, all’idea, anche se non si è mai capito bene perché. Il problema è maledettamente serio soprattutto perché siamo in Italia: altrove non si piange e non si protesta in questo modo.