La penna degli Altri 12/09/2010 20:31
Scelte sbagliate e dubbi Processo alla Roma
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LA PREPARAZIONE - Cinque gol al passivo, di cui tre sugli sviluppi di palle inattive. Sintomo di deconcentrazione e soprattutto scarsa organizzazione da parte di una squadra (non di un reparto) costruita per provare a competere con Inter e Milan. La delusione per lo scudetto solo sfiorato e il rischio appagamento per la stagione comunque esaltante sono spettri che incombono minacciosi. Evidente poi il ritardo nella tenuta fisica: la squadra è molle, fatica a tenere ritmi alti, arriva sempre seconda sul pallone, soffrendo la velocità degli avversari. In estate si è discusso a lungo della preparazione atletica: niente fondo, addio alla corsa nei boschi e largo agli esercizi con il pallone
fin dal primo giorno di ritiro. "E' la stessa preparazione che abbiamo fatto durante lo scorso campionato", ha più volte ripetuto Ranieri. Tra i giocatori però, che già a Riscone si erano detti "curiosi" di vedere i risultati del nuovo lavoro, qualcuno inizia a nutrire i primi dubbi. A questo si aggiunge il problema infortuni: a Cagliari erano ufficialmente assenti per problemi muscolari Vucinic, Mexes, Taddei, Okaka e Adriano. Non aiuta la condizione dei campi di Trigoria, "peggiore di un anno fa", quando furono ristrutturati, ma la paura è che il "serbatoio" della squadra segni già la riserva.
LA DIFESA - Il tracollo sardo non è il primo di questa ancora giovanissima annata. In estate la Roma era affondata anche in Grecia, in amichevole contro l'Olympiacos: 5-1, come ieri sera. Non era andata meglio a Milano, in Supercoppa, con i giallorossi sconfitti per 3-1 da un'Inter non esattamente irresistibile, prima del deludente 0-0 con il Cesena all'Olimpico. Ieri il momento più umiliante: per ritrovare una sconfitta così rumorosa si deve tornare indietro di oltre sessant'anni, Lucchese-Roma 5-1 del 6 gennaio '49. In estate, dall'inizio di agosto ad oggi, la squadra di Ranieri ha già incassato undici reti realizzandone appena sei. Soltanto tre degli ultimi nove match chiusi senza subire gol, contro Levante, Pescara e Cesena. Preoccupa soprattutto l'instabilità di un reparto che, pur cambiando gli uomini (Mexes, Juan, i due Burdisso, Cassetti, Riise, Rosi e Castellini gli 8 difensori impiegati in tre gare ufficiali) continua a non trovare soluzioni efficaci per arginare gli attacchi avversari: che si chiamino Eto'o e Sneijder o Matri e Cossu.
RETROMARCIA - Ai problemi che stanno trascinando la Roma nel punto più basso della gestione Ranieri, anche una serie di decisioni di difficile lettura, dalle cessioni degli esterni nonostante la volontà di giocare con il 4-4-2, alla scelta di puntare su un folto gruppo di titolari over trenta: molti dei "senatori", da Juan a Perrotta, da Burdisso a De Rossi, sembrano stremati, più mentalmente che fisicamente. Inoltre, le rivelazioni della scorsa stagione, come Julio Sergio, sembrano aver smarrito l'ispirazione rispetto allo scorso anno. E qualcuno, anche a Trigoria, sta pensando seriamente ad una retromarcia sulle scelte fatte dodici mesi fa, rilanciando i vecchi "eroi". A partire da Doni.
LE SCELTE - Ai dubbi sulla tenuta si sommano quelli sulle scelte. A cominciare dalla sostituzione di ieri di Totti, sul 2-1 e con la Roma in dieci uomini, lasciando in campo Borriello, non ancora al top. Il tecnico ha spiegato al capitano i motivi del cambio prima ancora della battuta del penalty, dicendogli anche di volerlo al meglio per il Bayern. Ignorando il rischio che la squadra potesse leggere l'uscita del numero dieci come un segno di resa, dirigendo inconsciamente i pensieri alla gara di mercoledì in Germania. Gara che, dopo il kappaò di ieri, sembra già il primo "dentro o fuori" dell'anno. Anche per questo a Monaco sarà con la squadra Rosella Sensi: un segnale - nonostante i dubbi sul futuro - che la società è presente. L'incertezza sul cambio al vertice del club è però un problema che, in caso di fallimento sportivo, rischia di tradursi in alibi. Forse la più temibile delle conseguenze.