La penna degli Altri 24/09/2010 10:53

Roma spezzata

Russo, Ayroldi, Romagnoli e Romeo, i quattro uomini di Nicchi e Braschi decisivi per la quarta sconfitta stagionale, la seconda del torneo, lasciano strascichi in classifica e non solo. Perché Mexes prende tre turni di per gli insulti dopo il rigore e il rosso ingiusti del Rigamonti, perché l’inferiorità numerica porta al sacrificio di Julio Sergio, altro assente nell’anticipo dell’Olimpico contro i nerazzurri. Perché la Sensi prende a spallate il Palazzo, di cui resta comunque inquilina di riferimento, da vice presidente della Lega, per difendere la società in vendita e non metterla a rischio svalutazione.



Perché Ranieri più che l’allenatore fa il comunicatore, copiando e male Mourinho: nella sera dei torti arbitrali, insiste sul fantasma di Lippi, pensando più a quanto successe un anno e mezzo fa alla che a quello che sta accadendo qui in questo periodo, con la squadra, rafforzata sul mercato, penultima in classifica dopo quattro gare e contro avversarie come Cesena, Cagliari, e Brescia. E proprio dal momento personale dell’allenatore bisogna partire per spiegare la crisi giallorossa.

La questione Ranieri. Per il club, la posizione del tecnico è salda. Per l’interessato, invece, i tormenti e i dubbi restano e anzi aumentano: aspetta da un mese il prolungamento del contratto, è in un cassetto pronto per essere ufficializzato, ma la società rinvia. Ecco l’ombra, l’onda e tutto il resto: si sente, nell’attesa, delegittimato. Crede che la Banca voglia permettere al futuro acquirente di scegliersi un allenatore di fiducia: così guarda in faccia la realtà e gli appare davanti Lippi. I tifosi, però, non vogliono l’ex ì, la Sensi non ci ha mai pensato, i maligni chiamano in causa . Lippi interviene sulle voci nate dopo la resa di Monaco e replica al tecnico romanista: «Ognuno può dire quel che gli pare. A me non va di parlare di calcio, ora ne sono fuori. Quello che dovevo dire, lo dissi due mesi fa e sul Mondiale, cioè che me ne sarei rimasto in silenzio per parecchi mesi. Fino a quando non torno a lavorare e se torno a lavorare...».

Anche i dirigenti, già nella notte di Brescia, hanno ribadito a Ranieri che Lippi non esiste nel progetto del club, chiedendogli però di non proseguire con la caccia al fantasma. Può destabilizzare ambiente e spogliatoio. Del resto la fiducia della Sensi non è a tempo. Meglio, però, concentrasi sul futuro che più interessa: l’Inter e il Cluj. Consiglio girato al tecnico che ha già un record di stagione: 24 giocatori utilizzati su 28 in rosa, nessuno in Italia ne ha messi in campo di più. Mai impiegati: Doni, Antunes, Greco e Loria.

L’attacco totale della Sensi. Rosella urla al telefono con Abete e Beretta, dopo aver messo per iscritto la sua rabbia sul sito internet del club (martedì la Procura Federale deferirà lei, Ranieri, Pradè e Montali). «Se qualcuno pensa che la Roma possa essere presa in giro in attesa di nuovi assetti societari, è bene chiarire, anche a qualche addetto ai lavori ancora in vacanza, che la squadra ha una proprietà e una dirigenza capaci di valutare il comportamento dei propri giocatori, come degli avversari, degli arbitri, degli assistenti e del Presidente dell’Aia. Molti presidenti si sono preoccupati di un andazzo pubblicamente evidenziato. Io mi limito a dire che la Roma non aveva mai sommato in un tempo tanti episodi da moviola come nei primi 45 minuti di Brescia, giocati ad una porta (avversaria) e chiusi in svantaggio di un gol e con 3 ammoniti. Nicchi e Braschi che plaudono la Rai per aver eliminato i processi video hanno però problemi in casa e non sembrano in grado di risolverli da soli. Qualcuno li aiuti prima che il calcio paghi un dazio esagerato. Non mi interessa capire le designazioni ma avverto una situazione fuori controllo. Spero che Abete e Beretta più che pensare a far festeggiare la Befana a calciatori e arbitri si dedichino a mettere ordine dove in assenza della moviola in campo dirigono anche i ciechi».

Il reclamo per Mexes. La Roma chiederà lo sconto di due turni per vederne cancellato almeno uno, portando il filmato (intervento sulla palla). Poi proporrà di ampliare la prova tv. Reclami anche per l’inibizione di Pradè sino al 30 settembre (d’urgenza) e i 3000 euro di multa a Montali (contestato il referto: non sono entrati nello stanzino dell’arbitro, niente insulti ma frasi irriguardose) e per i 5000 (troppi) a capitan Perrotta. L’interista Stankovic solidarizza con Mexes: «Ho visto la sua faccia e mi sono messo nei suoi panni: non so come avrei reagito, io. Ringrazi i compagni».