La penna degli Altri 22/09/2010 10:19

Roma, mal di testa



Se la Roma deve solo guarire psicologicamente, fa bene Ranieri a ripetere: «Tranquilli, vedrete che ci riprenderemo». Non c’entrano, insomma, il gioco svanito e, il crollo fisico dei giocatori che si ripete a metà di ogni gara, la fragilità difensiva e l’impotenza offensiva. Colpe non ne ha nessuno: tutti assolti, secondo l’allenatore giallorosso. Compreso il predecessore: «Quando arrivai, la squadra era a zero punti. Ma fisicamente stava bene, Spalletti aveva preparato alla grande questo gruppo. Io non sono preoccupato, non vedo stanchezza. Anche un verduraio riuscirebbe a far correre i giocatori in questo periodo. Da dicembre in poi, invece, si capisce se una preparazione è stata fatta bene o male. Fidatevi».



Tornando, invece, alla questione mentale, Ranieri non può certo avere la medicina a portata di mano: «E’ la vita, è il calcio». Sarà, ma non è chiaro come mai la Roma perde convinzione dopo un buon campionato perso, recidiva dopo la forte delusione, e l’Inter sia la stessa anche se è sempre da cinque anni prima sul traguardo. «L’aspetto caratteriale ed emozionale gioca una parte importante. Quando ne verremo fuori, da un momento all’altro le gambe cominceranno a sciogliersi. Perdiamo o pareggiamo per sciocchezze, l’anno scorso invece una volta preso il ritmo quelle non ci capitavano. Dobbiamo ricominciare in quel modo. Dipende dall’attenzione. L’entusiasmo ci è venuto meno perché volevamo partire alla grande. Abbiamo fatto sette mesi alla grande, poi vacanza e mondiale. Quando entri in un campionato cambia tutto: vuoi far bene e, se non ci riesci, provi ancora. Ma dobbiamo stare sereni: la squadra c’è e ne verrà fuori. Lo sa anche il nostro pubblico: ha applaudito me e i giocatori perché ha capito che il gruppo è compatto, altrimenti non avrebbe fatto tanto negli ultimi dieci anni. I tifosi sanno che lotteremo sino in fondo».