La penna degli Altri 10/09/2010 10:18

Riise, la risonanza dirà tutto

PROBLEMA -Si è trattato, evidentemente, di un brutto e duro colpo che costringe­rà la Roma a dover fare a meno del suo esterno sinistro basso titolare per qual­che settimana. Anche perché il giocato­re ha accusato nei giorni successivi mal di testa e, soprattutto, continua a non ri­cordarsi nulla di quello che gli è capita­to, cioè un vuoto di memoria che in casi come questo non può essere assoluta­mente sottovalutato. Anche ieri da Tri­goriasi sono in contatto con il gio­catore che ha confermato come le sue condizioni siano in costante ma lento mi­glioramento, comunque ancora non idea­li per poter ripartire alla volta di Roma. Per ora il rientro delroscioè stato con­fermato nella giornata di lunedì prossi­mo, cioè alla vigilia della partenza dei compagni alla volta di Monaco di Bavie­ra dove mercoledì la Roma farà il suo esordio in . Una volta che sarà rientrato nella Capitale, il nor­vegese sarà sottoposto a tutta una nuova serie di esami, a cominciare dalla riso­nanza magnetica spettroscopica che do­vrebbe dare una risposta abbastanza precisa sui tempi di recupero che per ilmomento sono confermati intorno alle quattro settimane.

PRECEDENTE -La Roma, peraltro, sa che in casi di questo tipo, non si può assolutamen­te fare le cose con leggerezza. C'è stato in­fatti un precedente, con Philippe Mexes, che all'epoca fece molto discutere, anche a proposito dei rapporti non idilliaci che in quel momento c'erano tra Luciano Spallet­ti e Mario Brozzi, allenatore e medico so­ciale. Mexes si fece male il 6 novembre del 2007 in una partita di a Lisbo­na contro lo Sporting, un durissimo scontro in campo con Doni, trauma facciale, ma so­prattutto, una volta constatati i vuoti di me­moria del francese, un trauma cranico ac­certatodalla risonanza magnetica di cui so­pra, esame a cui fu sottoposto all'Universi­tà di Tor Vergata (l’unica ad avere il parti­colare macchinario che serve). E' un esame che, tra le risposte, fornisce i parametri dei cosiddetti mediatori encefalici, tra cui quello denominato NA che studi specialisti­ci hanno dimostrato diminuire in maniera preoccupante in caso di trauma cranico, al punto che un secondo trauma potrebbe ri­sultare fatale. Per questa ragione, all’epo­ca, Mexes fu fermato e fatto tornare in campo (dopo circa venti giorni) solo dopo che il mediatore encefalico NA tornò ad au­mentare. Solo una volta che questo para­metro sarà tornato nella norma, sarà possi­bile dare il semaforo verde alroscio.