La penna degli Altri 25/09/2010 10:50

Notte da grande

Intanto ritrova Riise, sul quale Ranieri ha qualche dubbio ma il norvegese spinge per giocare, e forse . In avanti, dubbio Menez Vucinic dietro il duo -Borriello. Poi, in difesa, ricompare Burdisso dopo le due giornate di , che per l’Inter, ovviamente, dovevano essere almeno tre. Ma l’impressione è che lo schieramento dipenda molto dalla presenza di . Dieci punti l’Inter, due la Roma. Altro che sei mesi, sembra passato un millennio da quando la Roma, battendo l’Inter all’Olimpico lo scorso 27 marzo, aveva annullato quello stato di imbattibilità della corazzata nerazzurra. Ora la Roma è fragile, l’Inter ha ripreso quel cammino. Dopo i fatti di Brescia, alle nefandezze dell’arbitro Russo di Nola, la risalita della squadra di Ranieri sembra ancora più complicata. «Certe difficoltà non scompaiono all’improvviso. Ma a Brescia abbiamo messo qualcosa che mi fa ben sperare. Non siamo depressi, siamo molto amareggiati. Però nel calcio queste cose ci sono, hanno sbagliato e l’hanno riconosciuto. Andiamo avanti». Avanti con Morganti, arbitro di Roma-Inter. «Io amo il calcio, credo nel calcio e nel calcio pulito. Rispetto tutti quelli che lo fanno. Gli altri non li rispetto e non li calcolo, li schifo».

Gli altri chi? Ci risiamo con le allusioni? Il sigaro, le ombre, le onde, la panchina che scotta e davanti sempre lo stesso incubo: Marcello Lippi. Un nome, un argomento che lo manda fuori di testa. Non ne vuole parlare, «ci sarà tempo per farlo...», dice. Ma il tempo dura un attimo. Quanto è amareggiato per certe situazioni? «Ormai ho una certa età e non mi amareggio più come prima. Adesso ci convivo, non lo accetto, mi schifa, ma ci convivo». C’è anche abituato, ribadisce. I tempi della non sono lontani. Una sorta di eterno ritorno. Lippi prima, Lippi poi, Lippi sempre. C’è chi, nella Roma, ha provato a sentire l’ex ct della nazionale, che non solo ha negato qualsiasi tipo di contatto con la Roma, ma ha anche garantito che non verrebbe mai ad allenare da queste parti. Il suo obiettivo, se mai dovesse accettare di tornare su una panchina, è quello di allenare una nazionale. E allora perché Ranieri è certo di sapere? Evidentemente qualcuno bara. Ma Ranieri, al di là delle apparenze, è sereno. «Me lo chiedete sempre. Io sono serenissimo». Speriamo.