La penna degli Altri 17/09/2010 10:34

L´urlo di Burdisso ai compagni rompe il silenzio nello spogliatoio

MONACO DI BAVIERA,MEZZANOTTE - Il pullman della Roma è pronto a riportare la squadra in albergo. La squadra alloggia un po´ fuori à, non lontano dall´aeroporto. I giocatori si fermano per le interviste, vogliono dire la loro, sanno che i tifosi aspettano parole. parla al suo sito, poi in zona mista non resiste. E svela tutto il suo disappunto, peraltro già visibile al momento della sostituzione: «Non abbiamo giocato a pallone, non abbiamo mai tirato in porta, abbiamo pensato solo a difenderci, sempre con dieci uomini sotto la palla. Abbiamo rispolverato il catenaccio». Parole che pesano come macigni. I cronisti presenti sono increduli, mai era stato così duro. è un fiume in piena, sull´onda dell´emotività dice tutto. E continua: «Giocando in questa maniera francamente sarà difficile vincere le partite. Finora non ne è andata bene una, mi auguro che il prima possibile la situazione possa cambiare, a cominciare da domenica prossima contro il perché a questo punto per ritirarci su è necessaria solo una vittoria». Il telefono squilla, Francesco risponde. Dall´altra parte c´è la moglie poi un amico. Lui conferma: «Vincere? Difficile se non tiri mai in porta». Sale sul pullman, si sistema la tuta. Niente cuffie per lui, niente musica. preferisce ascoltare quello che c´è intorno. I compagni di squadra anche. Sale Borriello, che qualche minuto prima, per rendere meno pesante l´atmosfera, aveva fatto apprezzamenti nei confronti di una hostess tedesca. Ranieri arriva per ultimo, dopo la conferenza stampa più breve di sempre: meno di 5 minuti, 4 e 55 secondi per la precisione. Poco prima aveva detto una sola frase: «Abbiamo bisogno dei tifosi», che forse era l´unica che poteva risparmiarsi perché a Roma (nella Roma) i tifosi ci sono sempre e non c´è mica bisogno di chiamarli a raccolta. Si parte.

MONACO DI BAVIERA,DUE DI NOTTE - I giocatori sono nelle loro stanze. Pizarro ribadisce di essere «incazzato nero», non parla ma il suo volto tradisce la rabbia e la delusione. In albergo c´è anche Rosella Sensi. Difficile dormire in una notte così. Col passare dei minuti diventa impossibile. Il presidente parla con , poi con Ranieri, infine con . Li esorta a restare uniti, spiega che la storia di questa stagione è ancora tutta da scrivere. Perché la Roma è una grande squadra e deve solo dimostrarlo. risponde, spiega di essere dispiaciuto per il risultato, ma che non ce l´ha con Ranieri e in nessun modo creerà problemi al gruppo. Anche qualche giocatore fatica a prendere sonno, c´è chi naviga su Internet, chi chiama gli amici. Si fatica a prendere sonno, si rivede mille volte in testa il film della partita, la si vorrebbe rigiogare, magari immediatamente e si cerca di capire dove, e come, si è sbagliato. Ma poi tutti crollano perché il giorno dopo c´è di nuovo allenamento.

MONACO DI BAVIERA,DIECI E TRENTA - La squadra arriva in aeroporto. Il decollo è previsto alle 11,40 con un volo charter (Terminal 2 - Gate D). La sala d´aspetto è come lo spogliatoio dell´Allianz. È Burdisso a rompere, di nuovo, il silenzio: «La squadra è più forte dello scorso anno e sa reagire alle difficoltà. Non manca l´entusiasmo, come ha detto qualcuno. Le motivazioni sono le stesse che c´erano appena dodici mesi fa». Gli vengono riportate le parole di sul catenaccio: «Dobbiamo aiutarlo - dice - ed essere più compatti in campo». Anche a Ranieri vengono riferite le frasi di Francesco. Il volto del mister è una maschera di ghiaccio: «Non ho letto nulla e non commento nulla». I sette schiaffi (come non considerare i cinque di Cagliari) fanno male e lui decide comunque di provare a dare un segnale: «Il bello dello sport è questo, tra tre giorni di ricomincia. Ho passato tante volte momenti così in carriera, ma abbiamo subito l´occasione di rimetterci in carreggiata». Rosella Sensi viene raggiunta dai microfoni. Ha poca voglia di parlare, ma spiega: «Non sono felice, ma sono fiduciosa. È stata una partita particolare». L´aereo è arrivato, si decolla. Il presidente è seduta in prima fila, proprio come faceva suo padre. Tra i giocatori regna il silenzio: occhi bassi, molti ascoltano la musica, qualcuno dorme, qualcun altro gioca alla Psp, la play station portatile. Alle tredici e trenta l´atterraggio a Roma. Nel silenzio.

TRIGORIA, ORE 16 - È l´orario in cui era stato fissato l´allenamento. Ranieri decide di posticiparlo di un´ora. Nessun confronto lungo e serrato, come dice qualcuno. Semplice bisogno di far riposare i giocatori. Parla con la squadra, per qualche minuto, in particolare coi senatori, quelli da cui si aspetta di più. Frasi di routine, il vero confronto, pare, ci sarà oggi. Perché il mister ha voglia - e bisogno - di parlare con la squadra. Sente la necessità di ritrovare la sua Roma, anche se ufficialmente dice di non averla mai smarrita. Ranieri insisterà su un punto: per i risultati è solo questione di tempo. E c´è un solo modo per farli arrivare: lavorare, lavorare, lavorare. Dimenticando subito la sconfitta di Monaco per concentrarsi, immediatamente, sulla sfida con . Ranieri chiederà, ancora, ai giocatori di evitare dichiarazioni che possono essere facilmente fraintese perché in questo momento c´è bisogno solo di serenità e tranquillità. Dentro e fuori Trigoria. È per questo che, in mattinata, la società aveva invitato i calciatori a riflettere bene prima di parlare, per evitare di mettere altra carne al fuoco. Ma se qualcuno chiederà il permesso di fare dichiarazioni, gli verrà accordato.

TRIGORIA,ORE 16.30 - La squadra sta per scendere in campo per l´allenamento. Prima però va in scena il confronto più importante, quello tra l´allenatore e il . È un dialogo sincero, schietto, i due si dicono le cose in faccia, come hanno sempre fatto. Dura poco, un quarto d´ora o poco più. È un confronto tattico, non volano urla né parole grosse. I compagni si preparano per entrare in campo, è dalle piccole cose che si mettono da parte le grandi batoste, quando arriva nessuno fa domande. È il . Inizia l´allenamento. Il clima è sereno, chi ha giocato a Monaco fa defaticante, per gli altri seduta completa.

TRIGORIA, ORE 18.30 - Nel tam tam di giornata Sky- Mediaset-Rai-radio-sitirimbalzano voci di tutti i tipi e si arriva persino a dire la panchina di Ranieri sarebbe in bilico, con Leonardo già pronto a sostituirlo. A Trigoria si fanno una risata: «Il mister non si tocca». I giocatori sono i primi a volere ancora Ranieri, non vedono nessun´altra soluzione all´orizzionte. L´importante, al Bernardini, è fare quadrato. In questo momento è la priorità di tutti. I giocatori lasciano il centro sportivo, tornano a casa perché hanno bisogno di staccare la spina. Prima si era pensato anche di organizzare una di quelle cene che tanto bene fecero nell´era Spalletti. Ci sarà forse nei prossimi giorni, altrimenti i giocatori si ritroveranno direttamente in campo. Basterà uno sguardo. A Brescia, ormai una vita fa, c´era stato l´Anno Zero, l´inizio dell´era , a Brescia, anche se a inizio partita sembrerà freddo come a Monaco, tra una settimana la Roma dovrà dare un segnale, e ripartire davvero. Battere il all´Olimpico, tra due giorni, non è neppure un segnale: è il minimo indispensabile, forse anche qualcosa di meno, che la squadra possa fare. La Roma questo lo sa. «Ripartiamo».