La penna degli Altri 06/09/2010 13:17

Le rose rosse di Totti agitano Teheran «Lo sport si tenga fuori dalla politica»

Oppure, in tempi più recenti, l’impegno di tutta la serie A italiana per la liberazione di Giuliana Sgrena, rapita in Iraq nel 2005. Ma raramente, anche negli episodi più delicati, delle rose rosse sono diventate un caso politico. È capitato, adesso, con , un campione che — in un modo o nell’altro — fa sempre discutere: dalle polemiche con la Lega alle frecciate calcistiche, dal calcione a Balotelli all’impegno umanitario. L’ultima presa di posizione, però, è diventata una specie di incidente diplomatico. Giovedì scorso, infatti, ha aderito all’iniziativa dell’Aki, agenzia del gruppo AdnKronos (il direttore ed editore è Pippo Marra, consigliere d’amministrazione giallorosso, amico della famiglia Sensi), ha inviato un mazzo di rose in Campidoglio, dove da giorni campeggia la foto di Sakineh.

Una goccia, nel mare delle mobilitazioni internazionali — a cominciare dalla première dame Carla Bruni — per la donna iraniana accusata di adulterio e condannata nel suo paese alla lapidazione. Però, quelle rose di (come le stesse parole della Bruni) sono diventate pesanti come macigni. E, dall’Iran, la reazione non si è fatta attendere. Il giorno dopo, l’agenzia di stato Irna ha deciso un singolare «boicottaggio»: niente più notizie sulla Roma, per un mese. Motivo? Quella che viene definita «un’interferenza politica negli affari sportivi». Irna, che attacca anche la presidente romanista Rosella Sensi (lei, invece delle rose, ha fatto recapitare dei gladioli bianchi), prosegue: «Questo gesto — si legge in una nota — arriva mentre le istituzioni sportive internazionali come la Fifa e il Cio hanno sempre sottolineato l’indipendenza dello sport: in Italia farebbero meglio a guardare le violazioni dei diritti umani in alcune nazioni europee».



Una reazione molto forte, che ha colpito anche . Il campione giallorosso non ha voluto controreplicare, ma ha fatto trapelare il suo «
stupore, rispetto a tutta la vicenda: non mi aspettavo tanto clamore», ha confidato alle persone a lui più vicine. Anche la Roma, per ora, tace anche se la società di Trigoria aveva accarezzato un’altra manifestazione: scendere in campo con il braccialetto verde al polso, simbolo di chi in Iran si oppone ad Ahmadinejad. Dopo le polemiche, però, è anche possibile che l’iniziativa resti nel cassetto. A sostegno del capitano giallorosso, comunque, è intervenuto l’avvocato di Sakineh, Javid Houtan Kian: «Quello di è stato un gesto impor t a nt e , egli esprimo il mio affetto anche in qualità di tifoso della Roma. Speriamo nell’aiuto che arriva dall’estero, perché in Iran salvo poche eccezioni ci hanno l asciato quasi tutti soli». Il legale aggiunge: «È importante che la comunità internazionale, oltre a sostenere Sakineh, sostenga anche la sua famiglia e me. Siamo tutti sotto pressione, io ho subito minacce e sono sotto il controllo degli agenti dell’intelligence, che pochi giorni fa hanno fatto irruzione nel mio ufficio, sequestrando decine di fascicoli di miei clienti condannati a morte».

Sulla stessa falsariga Mahmud Moghaddam, portavoce di Iran Human Rights: «Grazie al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e a per la sua attenzione al tema dei diritti umani. L’importante è che il mondo non dimentichi». La foto di Sakineh, intanto resta lì, sulla piazza del Campidoglio. E in Iran, per un mese, le imprese degli uomini di Ranieri sono oscurate.