La penna degli Altri 09/09/2010 11:21

La Sgrena: "Mi ha aiutato vorrei conoscerlo"

 

Cosa la colpisce dell’impegno di nel sociale?

Penso che il linguaggio del calcio sia un linguaggio che valica tutte le frontiere e tocca persone e popoli che sono distanti, un linguaggio globale che arriva alla mente e ai cuori di tantissime persone soprattutto quando ci troviamo in situazioni come quella di Sakineh, e sappiamo che non è l’unico caso. Quando un personaggio dello sport che può raggiungere un eco cosi imporante fa un gesto di grande umanità è molto importante.L’impegno di su queste questioni è encomiabile. Sicuramente il calcio avrebbe una grandissima potenzialità se tutti si comportassero come , mi ricordo anche durante il mio rapimento, la voce di è arrivata anche dentro la mia prigione, se questa si moltiplicasse estendendosi a altri protagonisti dello sport e del calcio, nel mio caso ci fu


Giorgio Rocca, credo che il linguaggio dello sport abbia grande potenzialità in questi casi.

 

Sul suo ritorno in Iraq dopo quel tragico 4 febbraio 2005, oggi, col senno di poi, cosa si sente di dirci?

E’ stato una cosa molto voluta, perché sentivo il bisogno di tornare, ma è stato doloroso. E’ stato utile anche perchè poi mi sono riconciliata molto col paese con le persone, questa era una cosa che dovevo fare per elaborare il lutto, e far fronte a questa esperienza drammatica. Spero di tornarci ancora, ho trovato un paese ancora distrutto ma la gente ha reagito non è più ostaggio della paura.

 

Cosa pensa del fatto che gli Stati Uniti stiano lasciando il paese?

Era l’unica cosa possibile perchè negli anni di occupazione, ci sono stati 230 giornalisti uccisi in Iraq, penso che la permanenza dei militari nel paese non favorisce la sicurezza, credo che gli iracheni di fronte alla responsabilità di ricreare il paese, possano meglio impegnarsi nel far fronte a quella realtà.


 

Che idea si è fatta del capitano ?

Non seguo il calcio questi aspetti umanitari di Fancesco li ho sempre seguiti molto anche nel mio caso non si è tirato indietro e questo gli fa onore.

Cosa gli chiederebbe, se avesse modo di incontrarlo?

La mia curiosità è sapere come mai ha deciso di scendere in campo con la mia maglietta, se era qualcosa che gli era arrivato dall’esterno oppure se quello gli era servito per conoscere il mio lavoro. Vorrei capire se mi ha conosciuto o è stato solo un gesto umanitario. Conoscerlo sarebbe una cosa che mi darebbe grande soddisfazione.

 

Come si spiega gli attacchi che subisce dal mondo politico e non solo, qua in Italia?

Penso che c’è molta ipocrisia, si pensa che una persona che fa calcio debba limitarsi a calciare il pallone non a parlare o fare gesti umanitari. Penso che una persona che usa la sua immagine per esporsi in prima persona faccia un gesto importante che scopre l’ipocrisia di quelli che dovrebbero fare ma non fanno. L’impegno umanitario dovrebbe spettare ai politici che non lo fanno e si lamentano se una persona che fa sport lo fa. Se un personaggio così popolare si esprime è anche perché si sente vicino alle necessità della gente. Questo da fastidio a chi dovrebbe essere vicino alla gente e non lo fa.

 

E poi, nel nostro che è un paese di campanili, va aggiunto che è romano...

Se è per questo, io sono piemontese doc, eppure sentite come parlo di lui...