Ma ieri, in sede di presentazione della partita, ha suscitato un certo stupore questa dichiarazione di Ranieri: «Lottiamo per l’Uefa e per entrare in Champions League - ha detto l’allenatore giallorosso - poi, se qualcuno sbaglierà, dobbiamo essere pronti ad approfittare della situazione». Ranieri è andato in controtendenza rispetto ai colleghi delle grandi. Se il Milan sta attraversando un periodo di euforia determinato dagli acquisti di Ibra e Robinho e l’Inter si prepara alla seconda di campionato con un’insolita sferzata mourinhiana di Benitez, Ranieri sceglie il basso profilo.

Fa effetto il tono un po’ dimesso del mister proprio nel giorno in cui la Roma può finalmente sperare di risolvere i propri problemi societari e a 24 ore dalla prima di Borriello, il cui acquisto è stato un piccolo capolavoro di strategia. Insomma, pur non abbandonandosi a inutili sogni di gloria, non è nel suo stile, Ranieri avrebbe potuto dare una scossa diversa a tutto l’ambiente che ne avrebbe tratto una forte motivazione psicologica. Si è limitato invece a volare basso. «Sì, abbiamo tanti assenti - ha continuato il mister -, ma noi dobbiamo imparare a gestire certi problemi, soprattutto su un campo delicato come quello del Sant’Elia. Il Cagliari sta facendo bene da diversi anni. I rossoblù giocano bene, hanno grinta e determinazione. E in attacco dispongono di elementi validi come Matri, Cossu, Acquafresca. Se non giochiamo accorti, avremo brutte sorprese...».