La penna degli Altri 09/09/2010 10:43

«Dai Roma non vedo l’ora di giocare con Marco»

Gli sms «A Marco ho mandato dei messaggi e ci siamo sentiti anche al telefono — ha detto Daniele — ma il merito dell’operazione è stata della presidente Sensi che ha messo i soldi. Altre volte, con altri giocatori, avevo inviato messaggi, ma non sono serviti a niente». Una cosa è certa: l’attacco della Roma adesso sembra formidabile. «Abbiamo tante punte, però sono convinto che sia meglio così. La stagione è lunga, le partite tantissime. Penso che ci serviranno». Stato di forma Impressioni? sembra ormai sempre più rassegnato alle discussioni sul suo stato di forma. «Non è un discorso che nasce in questi giorni — ha spiegato —. Secondo me dipende da come viene "venduto". Nella scorsa stagione si può dire che ho segnato dodici gol e quindi è stata strepitosa, oppure che non la beccavo mai. Io credo che la verità sia nel mezzo, senza troppo enfatizzare le cose».

Il disagio Niente enfasi, solo considerazioni tattiche. Si sa che predilige il ruolo di centrale davanti alla difesa, la posizione cioè che in Nazionale è appannaggio di Pirlo e nella Roma di Pizarro. Daniele preferisce giocare con la palla che staziona sempre davanti a lui e non che a volte gli sia alle spalle. Certo, da «intermedio» può andare più facilmente al gol (di cui però nel periodo spallettiano a volte sentiva nostalgia), però evidentemente questo può non bastare per giudicare una prestazione. Perciò, anche se non entrerebbe mai nel merito con l’allenatore, la sua predilezione andrebbe più al o al 4-4-2 classico piuttosto che al «rombo» o al . Tra l’altro, meglio non dimenticare un altro elemento: l’infiammazione all’inserzione del retto femorale che gli è stato diagnosticato la scorsa settimana in azzurro, è un problema che il centrocampista si sta trascinando da diverso tempo. Niente di serio, ma sicuramente un giocatore avrebbe piacere di non dover fare a patti con situazioni di disagio.

Qualificazione Insomma, il lavoro di adattamento non manca perché lo stesso centrocampista ha aggiunto come «posso ancora migliorare». Ci conta Claudio Ranieri ed anche Cesare Prandelli, che sta costruendo la nuova Italia sul modello dei «tre tenori» a centrocampo come in attacco. «Come mentalità non saremo mai la Spagna— ha concluso ma abbiamo intrapreso una strada interessante». Il primo obiettivo, comunque, è una partenza sprint. «Pensiamo prima di tutto a qualificarci. Unavolta che avremo raggiunto il nostro obiettivo, saremo in grado di lavorare con più serenità su quello che ci chiede Prandelli». Ecco, serenità è la parola chiave. Generalmente merce rara anche in casa giallorossa. L’unico modo per galleggiarvi sopra è vincere. Inutile dire che — archiviata la facile vittoria contro le Far Oer — adesso Cagliari è già nel mirino. Stavolta gli sms non servono, perché c’è da fare la voce grossa. Scommettete che è già pronto?