La penna degli Altri 18/08/2010 11:00

Totti da 10

Due anni (scarsi) dopo, si presenta di nuovo al “Meazza”: c’è ancora l’Inter dall’altra parte della barricata, c’è la “prima” ufficiale di Rafa Benitez; c’è ancora una Supercoppa da conquistare. Ma sabato per il capitano della Roma ci sarà un obiettivo supplementare: conquistare il decimo trofeo della sua carriera. Alle spalle, e sempre da assoluto protagonista, un titolo di campione del mondo, un Europeo Under 21 e un oro ai Giochi del Mediterraneo con la maglia dell’Italia; uno scudetto, due Coppa Italia e altrettante Supercoppe più una Scarpa d’Oro con la maglia della Roma. da 10.

Claudio Ranieri sta studiando per filo e per segno la squadra da opporre all’Inter di Big Ben, ha fatto un sacco di prove e di esperimenti pur di trovare la quadratura del cerchio, è andato incontro senza grosse colpe anche a brutte figure ma non ha il minimo dubbio riguardo la titolarità di . Lui, Francesco, ha il posto garantito. Non certo perchè è il capitano della Roma; non perchè abbia segnato 300 reti con la maglia giallorossa, ma semplicemente perchè nonostante i quasi 34 anni, nonostante quel pezzo di ferro e le dieci viti ficcate nella gamba sinistra, nonostante abbia entrambe le ginocchia rifatte è ancora un giocatore insostituibile. Gli altri, nessuno escluso, vengono dopo di lui. Sia se giocherà con il 4-4-2, con il oppure con il o con il 4-1-4-1, sarà la Roma di . Che non ha la minima voglia di lasciare all’Inter anche questo trofeo. Non sarà impresa facile, lui è il primo a saperlo: l’Inter ha cambiato allenatore, non c’è più Mourinho ma è convinto (e l’ha detto a Riscone di Brunico) che la vera forza della squadra nerazzurra siano i giocatori. Non si aspetta accoglienze particolari dai colleghi interisti, nonostante la polemica sugli scudetti rubati; se mai, sarà il pubblico nerazzurro a beccarlo, ma quello è sempre accaduto, e la cosa ormai non gli fa più né caldo né freddo. Del resto, se è vero che due anni fa quell’errore dal dischetto gli è costata una delusione grande così e gli sfottò della gente nerazzurra, Francesco non dimentica che all’Inter (e a Julio Cesar) è legato uno dei più bei gol della sua carriera (cucchiaio dal limite dell’area e tutti a casa) e che nella Supercoppa edizione 2007 una sua giocata su Burdisso (sì, proprio Nicolas) determinò il calcio di rigore della vittora romanista, firmata da . In quell’occasione, non tirò dagli undici metri solo perchè sfonnato di botte e lasciò l’incarico a DDR: sabato, se ne avrà la possibilità, nessun indugio alla faccia di quella traversa di due anni fa. “…non aver paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da quei particolari che si giudica un giocatore”.