La penna degli Altri 26/08/2010 12:21

Tommasi: «Da evitare le squadre dell’est»

 
A lui, allora, chiediamo quali siano le formazioni da preferire perché il sorteggio possa dirsi fortunato. «Trovo che in questa fase siano da evitare le squadre che giocano nei campionati più avanti del nostro. Non rientrano nella prima fascia, perché appartengono perlopiù ai paesi dell’est, ma nascondono insidie che non ci si aspetta, anche ai fini della qualificazione».
 
C’è chi sostiene che sia preferibile, tra i club più forti, incontrarne uno alla portata. E chi, al contrario, punta su
una "ammazza-girone". Tu, cosa ne pensi?
"Arrivare primi serve sicuramente. Non so invece quanto possa convenire l’ammazzagirone, perché alla fine è meglio trovarsi in un gruppo equilibrato, dove tutte le squadre possono perdere punti dappertutto e, nello
stesso tempo, la vittoria può fare davvero la differenza."
 
Qual è la partita in  a cui sei rimasto più legato?
"Quella in casa dell’ (11 marzo 2003, ndr), in cui ottenemmo un pareggio giocando in inferiorità numerica (1-1, gol di Cassano alla fine del primo tempo, con espulso dopo appena 22 minuti, ndr). Se non la più bella, è certamente la più intensa tra quelle giocate in quei primi due anni in .
 
E tra i ricordi meno felici? Immagino quella dell’esordio, l’11 settembre del 2001.
"Esatto. La prima in assoluto, in casa, con il Real Madrid. Io non giocavo perché ero squalificato per l’espulsione a Liverpool nella Coppa Uefa precedente. Non vissi quindi quel misto di emozioni che deve aver attraversato lo spogliatoio prima della partita, perché la seguii da casa. Ma ricordo l’atmosfera surreale di quel giorno."
Altra storia, invece, la partita di ritorno, quando si vinse a Madrid. Con il gol di . E sulla panchina giallorossa, non utilizzato, c’era un tal Guardiola...
"Ricordo la sua felicità per quella vittoria. Da catalano qual è, ci disse "Voi non vi rendete conto di cosa abbiamo fatto…". E’ vero che si è poi tolto altre soddisfazioni da allenatore, ma quella sera, anche non entrando, era contento come se avesse segnato tre gol."
 
Io ho ancora negli occhi la tua, di felicità, quando realizzasti il 3-0 contro il all’Olimpico.
"Fu certamente un gol importante, anche se arrivò solo allo scadere. Servì però a chiudere la partita e a suggellare una prestazione di tutta la squadra."
 
Come vedi la Roma, impegnata quest’anno su tre fronti?
"Sono impegni che esigono grandi risorse, grandi ricambi. E dove gli infortuni rischiano di pesare. Se l’Adriano che tutti aspettano, e anche lui aspetta di essere, e lo stesso Simplicio con gli eventuali arrivi di questi ultimi giorni, riusciranno a dare il proprio contributo, penso che la Roma potrà fare molto bene. La gestione del dopo-Supercoppa ha confermato che c’è la consapevolezza di essere un gruppo forte. E che i traguardi
sono lì. E, lavorando, come si sta facendo, si possono raggiungere.