La penna degli Altri 25/08/2010 13:10

Rizzitelli: «Bisogna fare attenzione al Cesena»

La Roma mise gli occhi su di lui e per strapparlo alla concorrenza, quando aveva solo 19 anni ma già
era stato convocato da Vicini nella Nazionale maggiore, pagò 10 miliardi. E lui divenne subito Mister 10 miliardi. Un’etichetta che gli pesò non poco, come ha confidato lui stesso alla rivista "Oro e porpora". «Mi pesò tantissimo. Anche perché quei 10 miliardi di lire non me li ero mica in tasca io... Battute a parte, i tifosi si aspettavano di vedere subito un campione già pronto a fare la differenza, invece ero un ragazzino di appena 19 anni che ancora doveva crescere. Subii le critiche, ma mi aiutarono a crescere. Negli anni successivi l’esperienza a Roma fu fantastica».
 
Ed ecco Roma-Cesena, sabato prossimo all’Olimpico.
«Quando una neopromossa esordisce in un palcoscenico così importante come l’Olimpico - dice Rizzitelli - contro una grande come la Roma, la partita diventa imprevedibile, una specie di trappola. L’emozione, può tagliarti le gambe, ma al tempo stesso l’entusiasmo può farti fare la partita della vita. Per il resto il Cesena è una squadra che ha cambiato molto, ma così com’è, a mio avviso, farà fatica a salvarsi».
 
Chi, tra gli uomini di Ficcadenti, potrà creare qualche difficoltà alla Roma? «Giaccherini e Schelotto sono due buoni giocatori, soprattutto il primo, è un brevilineo ed è già abbastanza in forma. Manca però un attaccante che la butti dentro, hanno preso Bogdani che non è mai stato un bomber».
 
E la Roma, reduce dalla sfortunata partita in Supercoppa con l’Inter?
«Per più di un’ora è stata una bella Roma. Poi è venuta meno la lucidità, è uscito Pizarro e tutti hanno visto quanto è importante il cileno in questa squadra. Non è stata cinica sotto rete e purtroppo questa non è una novità per i giallorossi. Se poi commetti qualche errore in difesa è quasi matematico che una squadra come l’Inter non ti perdoni».
 
Anche Rizzitelli, però, pensa che la squadra non sia ancora completa. «Manca un nome su tutti: Burdisso.
L’argentino tecnicamente è inferiore sia a Juan che a Mexes ma compensa con la testa. Dove per testa
si intende concentrazione e carisma da leader. E’ uno che parla con i compagni e ha la capacità di guidare
tutta la linea difensiva. Tra i tre mi permetto di dire che è il difensore più importante per Ranieri».