La penna degli Altri 07/08/2010 10:14

Julio Sergio e la Roma fanno solo scelte giuste

Che cosa scatta quando si para un rigore?

«Scatta qualcosa nella testa. Vedi il rigorista e dici "tira da quella parte". Ti tuffi da quella parte e spesso è la scelta giusta».

Come si fa ad intuire come e dove verrà calciato un rigore?

«Uno dei segreti è quello di seguire con attenzione gli avversari in campo, vedere come tirano in porta, capire ad esempio se cercano di più la potenza o l’angolazione del tiro. L’altro segreto è quello di restare in piedi fino all’ultima frazione di secondo disponibile, per non dare punti di riferimento all’avversario».

Il primo rigore parato con lamaglia della Roma è stato storico.

«Già, il tiro di Floccari nel derby di ritorno. Una bella soddisfazione».

Anche in Brasile Julio Sergio parava i rigori?

«Ho una buona media. Attenzione, però, parare i rigori è anche questione di fortuna: puoi studiare a fondo gli avversari, ma se chi calcia all’ultimo momento decide di cambiare, sei fregato».

Qual è il modello di al quale si è ispirato Julio Sergio?

«Taffarel. È l’uomo che ha cambiato la storia del ruolo, in Brasile. Fino a lui, si credeva che i portieri brasiliani fossero scarsi, che le nostre squadre giocavano in dieci. Taffarel è stato la rivoluzione. È venuto in Italia, è diventato uno dei migliori portieri al mondo, ha vinto il mondiale e ha fatto scuola. Dopo di lui, Dida e ora Julio Cesar. Oggi i portieri brasiliani sono considerati tra i migliori al mondo».

Mai calciato rigori?

«Una volta solo. Avevo 15 anni. Preferisco pararli, ma se dovessi essere costretto a calciare un rigore, nessun problema».

Dopo la grande stagione scorsa, Julio Sergio è ripartito benissimo.

«È vero, mi sento bene e superato il problema muscolare di due settimane fa, ho ripreso ad allenarmi in un certo modo. Questa stagione permesarà più difficile di quella precedente. L’anno scorso mi fu data finalmente la possibilità di giocare e sfruttai bene le mie chance. Confermarsi è più difficile: se sbagli, gli errori sono più pesanti».

Le piace questa Roma?

«Miglioriamo di partita in partita e questo è un buon segnale. Sappiamo che per poter lottare per certi traguardi non abbiamo alternative: sudore, impegno e fatica. È questa la strada giusta da seguire».