La penna degli Altri 31/08/2010 12:39

I tifosi aspettino la Roma ma la società si muova

Era già capitato a Spalletti. Non si può neppure sperare di ritrovarla attraverso gli annunci pubblicitari, magari offrendo una “ mancia competente” perché le casse della società so no a secco.

Bisogna aspettarla con pazien za e con amore questa Roma, che ha bisogno di avvertire tutto l’af fetto dei suoi tifosi per rifarsi viva e riprende re quota. Bisogna an che capirla. Mentre tutti gli avversari si so no rafforzati, la Roma ha sudato sangue per rimettere insieme i suoi pezzi. E questa estate senza sogni di gloria, che ha già de presso l’ambiente, sta forse condizionando anche la squadra. Il calcio, si sa, è come la luna: se non cresce, cala. Il mercato esercita nella fase estiva un ef fetto terapeutico, ali mentando nuovi sogni, facendo nascere nuove ambizioni e stimolan do giocatori e tecnici nella ricerca della sor presa e della novità. La Roma è invece co me una bella donna costretta a fare bella fi gura indossando sem pre lo stesso vestito. Bisogna volerle bene perché si senta bella senza sentirsi vecchia, senza sentirsi supera ta, senza sentirsi l’eterna Cenerentola del calcio italiano. Nella vita chi desidera solo quello che già possiede è un uomo fe lice. Ma nel calcio è di verso. Nel calcio la fe licità consiste nel rag giungere quello che ancora non si possie de. E in questo senso la tifoseria della Roma può considerarsi pro fondamente infelice.



Lo scorso anno la sorpresa fu Ranieri, la novità fu Burdisso. Ba starono queste due pil lole per rivitalizzare una squadra che sem brava avviata sul viale del tramonto. E per tutta la stagione abbia mo ammirato una grande Roma, grande nell’orgoglio, grande nella fiducia in se stes sa, grande nei due der by vinti e nei successi sfiorati. Qualcosa però doveva cambiare per dare di nuovo a tutti l’impressione di cre scere. Ci volevano uo mini di peso ( in senso metaforico, non in quello della bilancia). Invece, stessa spiag gia, stesso mare. Vo gliamole bene a que sta Roma chiamata a festeggiare la confer ma di Burdisso come un evento, caricando di responsabilità un giocatore che non può essere il toccasana per tutti i problemi atletici e strutturali che limi tano la squadra.



Un in grande spolvero non è bastato alla Roma. Al Cesena è bastato invece Anto nioli, che è tornato al l'Olimpico con l'orgo glioso puntiglio del l’uomo che gioca su un numero della roulette i risparmi di una vita. Antonioli ha vinto uno scudetto con la Roma, grazie ad uno stile provvisto di una disar mante semplicità. Ma ha dovuto far male al la sua ex squadra per dimostrare a quelli che non l’hanno mai amato quali frecce vantasse il suo arco.



Anche volendole molto bene, resta da vedere dove potrà arri vare questa Roma che deve misurarsi contro avversari tutti molto più forti. Forse può an cora arrivare dove vuole. Basta che si de cida a partire.