La penna degli Altri 18/08/2010 12:50
E a Visso dice: «Papà ha dato tutto per la Roma»

più illustre nel secondo anniversario della sua scomparsa. Il 17 agosto 2008, al termine di una lunga malattia, Franco Sensi se ne andava: Roma non lha dimenticato, Visso neppure.
E così, mentre nella Capitale le radio, i giornali, e tutti i tifosi lhanno ricordato, nel piccolo paese delle Marche gli è stata intitolata la sede del parco dei Monti Sibillini: «Un riconoscimento - le parole di Rosella Sensi - che lavrebbe riempito di orgoglio». Il presidente giallorosso non è stata lunico a ricordare, con affetto e nostalgia
(e a tratti commozione), Franco. Cerano la signora Maria, la sorella, la figlia Silvia e anche Daniele Pradé e Tonino Tempestilli, insieme allavvocato Conte. Dirigenti della Roma, sì. Persone impegnate quotidianamente a Trigoria, certo. Ma anche, e soprattutto, uomini che a Franco Sensi devono tanto: «Mi portò Lucchesi alla Roma - ha raccontato di recente il direttore sportivo romanista - mi presentò Franco Sensi e la mia vita cambiò per sempre. Non lo dimenticherò mai».
Così come non lo dimenticheranno mai i tifosi della Roma, rappresentati ieri da delegazioni di Utr e Airc, che non hanno voluto far mancare il loro sostegno a tutta la famiglia. Ad abbracciare i Sensi, non solo idealmente,
anche tanti semplici cittadini di Visso. Che, fin dalla mattina, hanno fatto sentire il loro calore e il loro affetto soprattutto alla signora Maria. Nel pomeriggio poi, circa 300 persone si sono riversate nel piazzale antistante la chiesa, dove, alle 17, è stata celebrata la cerimonia religiosa. Unora più tardi, la manifestazione pubblica
in cui è stata intitolata a Visso la sede del parco: «Essere qui è un motivo di grande orgoglio, per me e per tutta la famiglia - dice Rosella Sensi, elegantissima in pantaloni neri e maglia verde - Questi luoghi ci procurano dolore, oggi che papà non cè più, ma anche grandi ricordi. Perché per Franco Sensi cerano Roma e la Roma, a cui ha dedicato la vita, e Visso».
Nel pronunciare queste parole, il numero 1 giallorosso si interrompe. Per gli applausi della platea e anche per sorridere. La figlia prende il sopravvento sulla donna manager. E, con tenerezza, prosegue: «Aveva la passione per questi luoghi e mia madre ha contribuito a sostenere questo suo amore. Aveva grande determinazione e non usava mezzi termini, come voi tutti sapete. E proprio perché credeva in quello che faceva raggiungeva i suoi obiettivi. Tutti noi sappiamo quanto di buono abbia fatto per la Roma e per Visso e le zone circostanti. Il mio ricordo, oggi, è legato proprio a questo parco: quando eravamo piccole ci portava spesso a fare passeggiate qui e ci raccontava lamore che aveva ereditato dal padre, Silvio, e dai nonni per queste zone. Loro gli raccontavano le tradizioni e le storie di Visso e ci spiegava come per lui fosse importante preservare queste tradizioni e questo territorio e farlo conoscere a tutti».
Tanto che, quando gli venne comunicato che a Visso sarebbe stata aperta la sede del parco, «ci disse: "Ragazze, oggi si realizza il mio sogno. Questi luoghi sono ancora troppo sconosciuti, abbiamo raggiunto
un obiettivo importante"». La Sensi si ferma di nuovo. E conclude il suo discorso. Anche se avrebbe voluto proseguire: «Avrei molte cose da dire, ma preferisco terminare qui. Voglio solo ribadire che mio padre sarebbe stato orgoglioso di ricevere questo riconoscimento». La platea applaude di nuovo. È arrivato
il momento di scoprire la targa, con il paese in festa e la banda a suonare. È piccola, sobria, elegante. Cè scritto: «In ricordo dellamore per il parco e dellamore per la sua terra». Poche parole, ma sufficienti a capire chi era Franco Sensi.