La penna degli Altri 10/08/2010 11:50

De Rossi capitano azzurro

LE MAGLIE - E lui, , le game ideale tra passato e pre sente, unico campione di Germania rimasto in questo momento in nazionale (in attesa di Buffon, Pirlo e Gilardino), sempre fedele a se stesso. Sicuro, saggio, mai banale, smali ziato, sincero, ancora di più se si parla di Ro ma e della stagione che verrà: « Non mi pia ce giudicarmi. Lascio agli altri. Quella passa ta è stata giudicata una delle mie peggiori stagioni in giallorosso. Bene, giuro, vorrei che fosse stata disastrosa pur di avere due punti in più alla fine ». Comunque pronto, Daniele, a gestire tutte le situazioni del ciclo prandel liano che parte. A cominciare da quella delle maglie: « C’era una scaletta, basata sulle pre senze. Chi ne aveva di più poteva scegliere. Io ho preso il 5, un numero che mi è sempre piaciuto, che mi ricorda Falcao, che avrei vo luto anche nella Roma, se non fosse stato per Mexes, che lo aveva ottenuto sul contratto. Il 10 a Cassano? Non gliel’ho dato io, che una volta ho dovuto indossare quella maglia per motivi non certo tecnici ( all’Olimpico, nell’ot tobre 2006, Italia-Ucraina, con l’ex gialloros so assente per altro, ndi). Però è giusto, come caratteristiche e per l’immaginario della gen te, che ora lo vede come un talento e non più come un genio senza regole. Questo è stato merito suo, che ha saputo crescere in questi anni. Ma se andiamo avanti pensando che al mondiale siamo andati male perché ci man cava un 10 o meglio Cassano, non faremo molta strada. La verità è che in Sudafrica ab biamo fatto male in molti. Non eravamo i più talentuosi ma di certo valevamo più di quel lo che abbiamo espresso. An tonio può essere il punto di ri ferimento di questa nuova na zionale? Come fantasia sì, ma dal punto di vista morale de ve essere tutta la squadra a tornare ad essere presente a se stessa».

I RAPPORTI - torna ancora sul rapporto con Cassano: « C’è stato un momento che con lui e Francesco (, ndi) ero legatissimo. Erano i miei migliori amici. Poi sono accadute alcune cose. Non con me direttamente, però qualcosa si è rotto. Abbiamo avuto poi modo di chiarirci e io adesso non ho problemi particolari con lui. Credo che lo stesso valga per Prandelli: è passato tanto tempo da certe vicende roma ne tra loro. Li ho visti tranquilli. Spero che non si ripetano certi errori »

IL CT - Il Prandelli azzurro non lo ha sorpre so: « Lo ricordavo così a Roma, l’ho ritrovato con le stesse idee che hanno fatto grande la . Una brava persona, preparata, emozionata. Dobbiamo ripartire senza gran di personalità dentro lo spogliatoio, gente co me Cannavaro o Gattuso, come , che avevano un peso enorme. Il codice di com­portamento? Ogni tecnico ha il suo modo. Credo sia giusto sensibilizzare i giocatori in questo senso e l’aria che si respira è buona ».

58 gare in Nazionale, con la Costa d’Avorio eguaglia il record di

, se scenderà in campo nell’amichevo le contro la Costa d’Avorio, rag giungerà in testa alla classifica dei giocatori che hanno collezionato più presenze in Nazionale mentre vestivano i colo ri della Roma. Il capitano giallo rosso con la finale mondiale del 2006 contro la Francia si è ferma to a quota 58, un traguardo che potrebbe raggiungere doma ni sera. , invece, ha già eguagliato il primato, sempre di , di gol realizzati in azzurro da giocatori della Roma. Con quello messo a segno nell’ultimo mondia le in Sudafrica nella gara inaugu rale contro il Paraguay, infatti, so no salite a 9 le reti azzurre del cen trocampista. D’altronde la storia di in Nazionale è subito ap parsa quella di un predestinato, con il gol all’esordio contro la Nor vegia a soli 21 anni e poi il trionfo ai mondiali del 2006, nonostante la parentesi amara delle quattro gior nate di rimediata dopo Italia-Usa. Le avventure all’Euro­peo di Austria-Svizzera e il Mon diale in Sudafrica non sono state esperienze felici, ma il nuovo per corso azzurro di agli or dini di Prandelli ripartirà con la fa scia di capitano al braccio.