La penna degli Altri 27/07/2010 11:06
«Un deferimento a tempo di record»
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Poi sulla squadra. «Adriano è timido e riservato, alla mano, buonissimo. Deve un po inserirsi e noi lo faremo sentire a suo agio. Ranieri sta provando il tridente più Jeremy, che ha doti che difficilmente trovi in giro. Se giochiamo tutti insieme per i centrocampisti è dura, devono correre il doppio... Ma se così ci ha giocato lInter, perché noi no? Ranieri in campo strilla moltissimo e fa bene perchè ogni tanto molliamo un po. Lui vuole che iniziamo subito alla grande: penso sia giusto sgridarci ogni tanto... Bastone e carota. Nellultimo derby, quando mi ha levato durante lintervallo, è stato fortunato e bravo. Un altro non lo avrebbe fatto, neanche io lo avrei fatto».
Il campionato, quindi. «LInter con Benitez non cambia molto: è un grande allenatore, Aquilani mi ha detto che è davvero una brava persona. Riuscirà anche lui a compattare un gruppo di tanti campioni. La Juve è la squadra che più si è avvicinata alle prime posizioni: ha fatto due o tre acquisti buoni. Ma la stagione è lunga, può succedere di tutto: noi dobbiamo partire con il piede giusto e vedere cosa accadrà giornata dopo giornata. Tra Champions e scudetto, io scelgo la Champions perchè è lunico obiettivo che mi è rimasto, anche se so che è molto più difficile. Ma se stiamo bene tutti quanti ce la possiamo giocare. Prendiamo Vucinic: limportante è che stia bene di testa, perchè se sta bene di testa è imprendibile. Ha rapidità e potenza, cose che hanno in pochi, lui può fare la differenza, così come Jeremy. E poi io punto su Mexes. Lo scorso anno ha avuto piccoli problemi, ha avuto acciacchi, non è riuscito a esprimersi come voleva. Ora ha voglia di dimostrare di essere un grande giocatore, uno attaccato alla maglia veramente. Va applaudito per ciò che ha fatto e per quello che farà. Il mio obiettivo è Baggio, con i suoi 205 gol: sicuramente quetanno ci arriverò e lo supererò, perché se sto bene ho le potenzialità per riuscirci. Pensate, sto due chili sotto il peso forma e se il ginocchio non fa storie... Non mi ricordo neppure il mio primo ritiro con Mazzone (Lavarone 1994, ndr), spero di farne almeno altri quattro o cinque. Così qualcuno si ammazza».