La penna degli Altri 24/07/2010 10:54

Roma, che scommesse

La prima di cui si è parlato è stata proprio quella di Adriano. Rosella Sensi si è arrabbiata: «Lui è una certezza», disse. Lo stesso Adriano non lo pensa, ma la presidentessa cosa deve dire? Il brasiliano sta convincendo tutti, ma dire che si tratti di una scommessa vinta, ce ne corre. Aspettiamo. Ci sono poi, le “giocate” fatte in casa. Su quelli che già erano nella Roma, su quelli che arrivano da fuori ma che sono macchiati di giallorosso, oppure su quelli a cui viene rinnovato il contratto in maniera strategica (lo fa anche il Milan). E’ il caso di Julio Sergio e Rosi, di Taddei e Vucinic. Rodrigo, trent’anni, ha appena rinnovato e garantisce di essere quello di qualche anno fa, l’altro è chiamato a confermare la straordinaria stagione passata. Infine, Menez e Mexes. I due francesi con storie diverse: Jeremy si sente un leone dopo aver vissuto da micetto, Philippe chiede spazio per dimostrare che quello straripante difensore di due anni fa è tornato.

Ma andiamo con ordine. Non ce ne voglia, il vecchio Bertagnoli, ma la domanda che si fanno in tanti è questa: se lo scorso anno era un perfetto sconosciuto, chi ci garantisce che in questa stagione possa ripetere le grandi prestazioni del recente passato? Magari è stata solo un’annata fortunata, la sua? Domande lecite, senza essere troppo pessimisti o maliziosi. Ma la Roma ha deciso di scommettere su di lui, sperando che il passato (recente) ritorni. Dentro Julio Sergio, dietro a lui e Doni, che è stato il numero uno indiscusso, se non parte, rischia di fare il terzo.

L’altra scommessa si chiama Aleandro Rosi, quello che faceva l’ala nelle giovanili e il terzino da quando è diventato grande. Classe ’87, ormai non più un giovincello di belle speranze. La Roma s’è detta: non possiamo investire su un , puntiamo su chi abbiamo in casa. Ecco, questa è la classica scommessa che, se vinci, ti arricchisci. Rosi per anni è sempre stato considerato molto per le sue qualità tecniche, poco per quelle umane. Nel senso, veniva visto come un eterno immaturo. L’annata al Siena gli è servita, pare. Rosi ora è un uomo. Dovrà dimostrare di essere uno all’altezza della Roma. Non basta essere della Garbatella e tifare da sempre per i colori giallorossi, per essere da serie A. Ranieri punta molto su di lui, che per adesso è considerato il vice Cassetti, uno che di anni ne ha trentatrè. In quel ruolo c’è anche Cicinho. Ma su di lui la scommessa non è ancora partita.

Poi, ancora. Che dire di gente come Taddei e Menez. Il primo stava andando via a parametro zero, non più di un mese fa. S’era rivisto un po’ del vero Taddei a tratti nella passata stagione. La Roma ha deciso di puntare su di lui, un cavallo di razza, che non tradisce mai. La classica scommessa per coprire le spese. Quota bassa, ma garanzia di successo. Un trentenne a parametro zero non si lascia scappare come se di anni ne avesse venti. Menez invece? Ecco, da lui ci si aspetta l’esplosione definitiva. Ranieri sta pensando di mettergli in mano le chiavi della Ferrari. E tra l’altro non gli puoi nemmeno dire di non correre, sarebbe inutile. Doveva partire, è rimasto, per ora sta stupendo tutti. E Mexes, non è una scommessa? Contratto in scadenza (2011), tanta voglia (sua) di dimostrare: la Roma lo aspetta e gli promette un nuovo accordo. Firmerà? A Trigoria dicono di sì, poi vedremo.

Infine, capitolo Vucinic. Mirko non fa parte delle scommesse vere e proprie, perché è un po’ come e , ovvero una garanzia. Le sue qualità sono sotto gli occhi di tutti. Ma la domanda è questa: ripeterà la scorsa stagione straordinaria, con tanto di record di gol e di punti portati a casa? La Roma pensa di sì, ha resistito infatti alle lusinghe di certi club inglesi e vuole scommettere ancora su di lui. Quanti credono che sarà difficile rivederlo a certi livelli. Troppo discontinuo, si va dicendo. Aspettiamo. Magari un giorno qualcuno passerà alla cassa. Per tutte queste scommesse.